Malattia e cambiamento. “Lucky Girl” di Marysja Nikitjuk

Martina Mecco

 

Marysja Nikitjuk è tornata ai festival e nelle sale con il suo nuovo film Ja, Nina (Luky Girl). Regista e sceneggiatrice ucraina, ha alle spalle il suo primo lungometraggio Koly padajut’ dereva (When the trees fall, 2018) e la scrittura della sceneggiatura di Dodomu/Evge (Homeward), diretto da Nariman Alijev. Il film ha avuto al sua prima al festival del cinema di Tallinn, il Black Nights, nel 2022 ed è stato distribuito nelle sale ucraine a partire dal 7 settembre di quest’anno. Oltre alla sua attività nel contesto cinematografico, scrive poesie e racconti. Recentemente è stata pubblicata la raccolta Pony apokalypsysa (I pony dell’apocalisse). Lo scorso maggio, inoltre, la regista è stata ospite presso l’Università degli Studi di Padova all’interno della Giornata di Studi Ucraina in primo piano organizzata dal dipartimento di Beni Culturali e da quello di Studi Linguistici e Letterari. Per l’occasione è stato proiettato When the trees fall.

Andergraund Rivista ha pubblicato un’intervista con Nikitjuk all’interno dello speciale sul cinema ucraino contemporaneo che potete leggere qui.

Trailer: https://www.youtube.com/watch?v=7nm9rFf3xEQ

Марыся Никитюк фильм Я Нина – интервью с режиссером об украинском кино - Кино


Il secondo lungometraggio di Nikitjuk si distacca in parte dal precedente When the trees fall. Tuttavia, è possibile notare anche una certa continuità. Il tema trattato in Lucky girl mostra l’interesse della regista a indagare il ruolo e la condizione della donna nella società. La protagonista si ritrova improvvisamente a dover affrontare un momento di svolta nella sua vita. Un cambiamento che comporta non pochi problemi e ostacoli con cui misurarsi: Nina è una conduttrice televisiva che, all’apice della sua carriera, si scopre malata di cancro. Tutto nella sua vita cambia rapidamente: il rapporto con il marito (che simboleggia un atteggiamento maschile tutt’altro che positivo nella vita coniugale) e, soprattutto, il suo status sociale. La difficoltà più grande per Nina è il dover accettare la malattia come motivo di un cambiamento forzato della propria vita e delle proprie priorità. Complesso è anche il cambiamento legato al corpo, alla perdita di una sicurezza fisica. Il film affronta così il processo dell’accettazione del sé.

 

A differenza di When the trees fall, il cambiamento non è più connesso al passaggio dall’infanzia alla vita adulta ma alla sfera della malattia. Nina è già una donna adulta, con una carriera e degli obiettivi. Larysa, la protagonista di When the trees fall, invece, è una ragazza che deve affrontare il crollo delle disillusioni. Entrambe le protagoniste si trovano in una posizione di disorientamento e incomprensione, dove crollano i punti di riferimento che sino ad allora erano dati per certi. Tuttavia, se per la Larysa è fondamentale preservare la propria libertà e indipendenza, Nina scoprirà solo a posteriori l’importanza di quest’ultima. Un’altra grande differenza tra i due film sta nell’ambientazione. Mentre When the tree fall è ambientato in un contesto rurale, Lucky girl si svolge in ambito cittadino. Questa distanza tra le due protagoniste, poste quasi agli antipodi, viene simbolicamente rappresentato in una scena del film. Durante una puntata del TV show condotto da Nina è ospite una ragazza, e l’attrice è la stessa che interpreta Larysa: Anastasija Pustovit. Le due donne vengono poste l’una di fronte all’altra e iniziano una discussione piuttosto accesa e discordante. Sembrerebbe tutto fuorché un caso che la regista abbia deciso di fare interagire in queste condizioni.

Infine, un aspetto di cui si sente molto la mancanza è lo sperimentalismo di Nikitjuk che, al contrario, è dominante in When the trees fall. In Lucky girl questo viene sacrificato per realizzare un prodotto più tradizionale, dove la trama scorre fedele nei confronti della realtà senza interruzioni di carattere onirico. Tuttavia, evidente è l’autorialità della regista nell’affrontare il delicato tema dell’identità legato alla situazione di crisi.