Yuliya O. Corrao Murdasova
La raccolta delle poesie Achmatova. Tutte le poesie (1904-1966). Versione metrica tradotta e curata da Bruno Osimo è uscita a settembre 2020 attraverso quello che si può definire un samizdat alternativo e moderno ovvero l’autopubblicazione su piattaforme digitali come, in questo caso, Amazon e Ibs. Bruno Osimo traduce e pubblica circa 560 pagine che raccolgono tutta l’opera poetica achmatoviana (non sono incluse le filastrocche e componimenti propagandistici) dal 1904 al 1966 in ordine cronologico, e legate da un’unica costante: la dominante della metrica. Achmatova. Tutte le poesie (1904-1966). Versione metrica rappresenta un modo nuovo di tradurre, leggere e comprendere i versi della grande poetessa acmeista russa.
Link libro: https://www.ibs.it/tutte-poesie-1904-1966-versione-libro-anna-achmatova/e/9788831462211
Bruno Osimo, figura poliedrica del panorama culturale italiano, nonché poeta egli stesso, si è prefisso come obiettivo principale quello di trasportare il metro di tutte le poesie di Anna Achmatova in lingua italiana rendendole quanto più vicine all’originale russo. Un’impresa, ma anche una necessità, quella di avvicinare la melodia del verso russo alla lingua italiana. La lettura si fa scorrevole, melodica, fluida. È questa la capacità del poeta-traduttore: veicola una struttura ritmica originale nella lingua target attraverso la propria sensibilità poetica e solide competenze, nonché conoscenze tecniche.
Analizzando nel dettaglio il progetto editoriale di Bruno Osimo, una delle particolarità di questa raccolta risulta essere la ricreazione della poesia nella lingua target. Solitamente si tende a tradurre un testo poetico tralasciando la sua forma, spesso ritenuta di second’ordine rispetto al contenuto: facendo così, il testo poetico perde la sua qualità “poetica” e specificità metrico-stilistiche. La metrica in Achmatova ha un valore non di poco conto: la poetessa la usa per descrivere l’angoscia, il trascorrere del tempo, l’amore, la distanza, ecc. Il sottotitolo Versione metrica di Osimo suggerisce la necessità di trasportare la tradizione della metrica classica russa, presente anche negli ultimi componimenti di Anna Achmatova, nella cultura e lingua italiana. Si parte dal presupposto che il lettore italiano, che scelga di leggere i componimenti provenienti dalla cultura russa, sia attratto non solo dal contenuto, ma anche dalla forma e melodia del verso straniero. Bruno Osimo nella sua scelta della metrica rispecchia proprio questa necessità, che nella scienza della traduzione è definita mediante il concetto di traduzionalità di Anton Popovič: il traduttore crea una relazione semiotica tra il prototesto ed il metatesto che spinge il lettore a immergersi nei componimenti, attraverso il senso dell’esotico che lo porta ad arricchire la propria sensibilità letteraria. Questa esoticità del sistema sillabo-tonico russo (mentre in italiano sin dal Duecento prevale il cosiddetto verso sillabico) è resa mediante l’accurata scelta lessicale che riflette non solo la personalità del traduttore, ma anche la differenza sillabica della lingua: la lingua italiana possiede poche parole tronche (alcuni sostantivi e per lo più verbi al passato remoto) e questo rende più difficile la traduzione metrica del testo poetico. La scelta del traduttore-autore è stata quella di troncare, ove possibile, il verso metricamente lungo in modo da permettere il flusso ritmico: es. dalla poesia Tradimento. A Maria Aleksandrovna Gorenko“Alba ubriaca di sol di primavera/ odor di rose forte sul terrazzo/ e cielo più chiaro di faenza blu. […]”. Si nota quindi l’essenza del traduttore come mediatore e interprete, ma anche poeta e scrittore di una poesia in lingua di arrivo con elementi preponderanti della cultura di partenza.
L’elemento pressocché assente dalle liriche tradotte è la rima. D’altronde è comprensibile e necessario. Le rime e assonanze sono tra i primi elementi che vengono persi nella trasposizione linguistica, a causa delle differenze tra lingue sintetiche (ad esempio, lingue come il latino, il russo, ecc) e analitiche (ad esempio, le lingue romanze). La traduzione poetica necessita delle scelte che inesorabilmente tendono a compensare o andare a discapito di alcuni elementi. Confrontando la lettura della poesia Quasi nell’album con l’originale russo, si nota la mancanza della rima, che viene sopperita dal rispetto del metro: la cadenza è simile all’originale a conferma della possibilità di traduzione metrica e ritmica di un componimento poetico.
Почти в альбом
Услышишь гром и вспомнишь обо мне,
Подумаешь: она грозы желала…
Полоска неба будет твердо-алой,
А сердце будет как тогда — в огне.
Случится это в тот московский день,
Когда я город навсегда покину
И устремлюсь к желанному притину,
Свою меж вас еще оставив тень.
Quasi nell’album
Col tuono ti ricorderai di me,
pensando: i temporali li voleva…
il cielo apparirà scarlatto intenso
e come allora sarà il cuore – in fiamme.
Questo succederà quel giorno a Mosca
in cui per sempre lascio la città
e me ne vado al mio rifugio ambìto
lasciando ancora un’ombra mia tra voi.
La stessa intenzione partecipante è data dalla decisione di non tradurre i realia, i nomi di persona e i luoghi. Infatti, con questo effetto straniante il traduttore-autore vuole coinvolgere il lettore permettendogli di scoprire elementi culturali e linguistici che in italiano avrebbero una resa totalmente diversa e necessiterebbero, in alcuni casi, di una perifrasi. Tuttavia, la comprensione non è compromessa. Le note a piè pagina permettono la piena fruizione e accessibilità alle liriche discostandosi dal testo, ma al contempo diventano parte necessaria per la sua comprensione.
La presenza sul mercato editoriale di questa raccolta autopubblicata presenta in sé diversi spunti di riflessione. È ormai risaputo che l’autopubblicazione nasce nel contesto sovietico come esigenza di resistere alla censura vigente del contesto politico di allora. Il samizdat’ in URSS e il tamizdat’ oltre i confini erano gli unici pilastri dell’editoria del dissenso: all’epoca diversi artisti, non solo scrittori e poeti, sceglievano di pubblicare autonomamente per continuare a diffondere le proprie opere e spesso non in modo del tutto semplice e lineare. Le pubblicazioni in samizdat’ erano una necessità e questione di sopravvivenza culturale. Al contrario del periodo sovietico, la decisione di Bruno Osimo rappresenta una scelta e una possibilità. In un contesto moderno come quello in cui viviamo, l’autopubblicazione è una scelta coraggiosa che permette all’autore di avvicinarsi ad una nicchia di appassionati, ai quali le case editrici non hanno modo di rivolgersi e, al tempo stesso, un rischio ed un’esposizione culturale mediatica di cui l’autore si carica.
In conclusione, la raccolta Achmatova. Tutte le poesie (1904-1966). Versione metrica rappresenta una nuova possibilità di trasportare e di leggere l’opera poetica in un contesto potenzialmente estraneo al suo ritmo e metro. La riuscita di tale impresa è data dalla capacità di Bruno Osimo di immergersi nella poetica achmatoviana in primo luogo da poeta e, in seguito, da traduttore rendendo le poesie autentiche anche in una lingua che differisce molto dal russo. D’altra parte, questo procedimento di traduzione metrica dovrebbe essere adottato per altri poeti e poetesse come, per esempio, Boris Pasternak, Marina Cvetaeva, Ol’ga Sedakova. Questo permetterebbe sin dal principio una lettura e una conoscenza approfondita di un’opera o autore/autrice senza estromettere elementi strutturali fondanti e riducendo di gran lunga il modo superficiale di leggere una poesia straniera.