Chiara Foscolo Foracappa
Abstract
Creative Dissent against the War in Ukraine: Contemporary Forms of Aesopian Language
The expression “creative dissent” refers to the silent or visible protest (vidimy protest) carried out in Russia by citizens to express their dissent against the conflict in Ukraine. Given the brutal repressions, traditional forms of protest must be abandoned, and citizens are forced to express themselves anonymously through words, symbols or images, directly on walls or on flyers and stickers. Attempting to avoid punishment, they must use special linguistic devices to conceal the content of the messages they write from the authorities. This coded and metaphorical language can be defined as Aesopian language: it consists of a special communication system already used by writers, prisoners, and dissidents in the Soviet era to escape censorship. This article presents the result of a research conducted to identify and categorise the Aesopian linguistic strategies recurrent in the vidimy protest. Furthermore, it shows how language can serve as a tool for expressing dissent even under an authoritarian regime, thus acting as a “weapon of the weak” (Scott, 1985), the only means left to voice opposition to the war.
Il 24 febbraio 2022 il presidente russo Vladimir Putin ha annunciato l’avvio della cosiddetta “operazione militare speciale”. Dall’inizio dell’invasione su larga scala dell’Ucraina, numerose sono state le nuove leggi introdotte volte a limitare le libertà fondamentali, tra cui quella di espressione, associazione e riunione pacifica e inevitabilmente è stata lanciata una campagna di repressione contro giornalisti, movimenti politici e dissidenti.
In un contesto di repressione diffusa, le modalità di protesta tradizionali sono divenute sostanzialmente inefficaci e altamente rischiose. Di conseguenza, le strategie di dissenso si sono orientate verso modalità di protesta alternative, come la protesta silenziosa o visibile (in russo vidimyj protest). Si tratta di una forma di opposizione anonima che si concretizza attraverso scritte e immagini illustrate sui muri o su volantini e adesivi, attaccati sui pali o sulle panchine delle città russe.
La protesta silenziosa o visibile è “una forma di comunicazione e di espressione del proprio dissenso che fa poco rumore”. Difatti, essa si caratterizza per la discrezione, in quanto si concretizza principalmente attraverso modalità visive piuttosto che sonore. È fondamentale chiarire che l’aggettivo “silenziosa” non deve essere interpretato come sinonimo di astensionismo: la protesta visibile non implica una mancanza di espressione del dissenso, ma piuttosto l’assenza di manifestazioni pubbliche in cui si scende in strada e si alza la propria voce per esprimersi (ibid.). In questo contesto, la protesta si realizza attraverso immagini e scritte, dunque prende forma solamente sul piano visivo e non uditivo, diversamente dalle forme di protesta tradizionali. Eppure, sebbene silenziosa, essa rimane comunque una forma di dissenso visibile e tangibile.
Una definizione di questo concetto è stata fornita da Vera Dubina e Alexandra Arkhipova:
“La protesta ‘silenziosa’ si riferisce a piccoli atti di dissenso, generalmente individuali, spontanei e non violenti, che si manifestano negli spazi di socializzazione quotidiana. Possono consistere in semplici parole o simboli, ma non per questo sono insignificanti, poiché esprimono chiaramente il disaccordo verso le autorità al potere.” (Dubina – Arkhipova 2023: 11)
In altre parole, si esprime il proprio dissenso tramite simboli e parole. Tuttavia, il linguaggio utilizzato per redigere queste scritte non è il linguaggio comune, ovvero il russo standard. Poiché in Russia criticare apertamente la guerra comporta il rischio di essere puniti, si è costretti a ricorrere a un linguaggio criptato e metaforico che richiama il linguaggio esopico.
Il linguaggio esopico è una forma di linguaggio che si distingue per la sua apparente innocuità, ma che, in realtà, cela un contenuto più profondo e sottile. Il termine ha origine dal nome del favolista greco Esopo che, difatti, veicolava le sue morali attraverso la personificazione di animali, allegorie e metafore, utilizzando un codice che gli consentiva di eludere la censura del suo tempo (Užukauskaitė 2022: 411).
Il linguaggio esopico veniva largamente utilizzato già durante il periodo sovietico: si trattava di un sistema di comunicazione criptato e segreto, impiegato sia nel contesto letterario che tra i detenuti nei gulag o i deportati nei campi di concentramento nazisti (Ostarbeiter). Questo linguaggio permetteva di eludere la censura e consentiva alle persone detenute di inviare messaggi alle loro famiglie senza rischiare di essere puniti e/o perseguitati. Oggi, in un contesto in cui la libertà di espressione è fortemente limitata, si riscontra un ritorno al linguaggio esopico per opporsi alla guerra.
Pietre miliari nella letteratura sulla lingua esopica sono le pubblicazioni di Lev Loseff, poeta, critico letterario, saggista e pedagogo, che ha così definito il linguaggio esopico “un sistema letterario speciale, la cui struttura consente l’interazione tra autore e lettore, pur celando allo stesso tempo contenuti inammissibili al censore” (Loseff 1984: X).
In questo senso, il linguaggio esopico si configura come un codice segreto, utilizzato per aggirare la censura e facilitare la trasmissione di contenuti considerati sovversivi o pericolosi per il regime. Questa rappresenta la prima funzione centrale del linguaggio esopico, ma storicamente, esso ne assolve due. La seconda mirava a far sì che si riuscisse a prendere le distanze dal linguaggio ufficiale delle autorità, il quale diventava spesso oggetto di scherno, evidenziando il dissenso diffuso nei confronti della politica governativa. Parallelamente, tale pratica mirava a creare una rete di solidarietà, perché permetteva di identificare persone “alleate” che condividessero un codice linguistico alternativo a quello imposto dal regime (Cfr. Jazyki psichiatrii, 2022). Le attuali forme di protesta silenziosa continuano a soddisfare queste due funzioni, in particolare quella di occultare il messaggio.
Il linguaggio esopico contemporaneo ha acquisito una terza funzione aggiuntiva: sottolineare la violazione della libertà di espressione e dei diritti civili (ibid.). Esso non si presta più solo come mezzo per veicolare un messaggio, ma serve anche a evidenziare come la censura opprima le cittadine e i cittadini, costringendoli a deformare il linguaggio per esprimere il loro dissenso. Questa terza funzione evidenzia la natura ambivalente del linguaggio esopico, che simultaneamente nasconde e rivela, che fornisce un codice di accesso per interpretare graffiti, scritte sui muri e volantini e che permette, a chi condivide i valori trasmessi da questi messaggi, di trovare una forma di conforto nel constatare di non essere soli in questo clima di repressione. Le tre funzioni del linguaggio esopico si intrecciano profondamente, ma è soprattutto nella terza funzione che esso diventa un elemento costitutivo del dissenso: l’uso stesso di un gergo codificato e di espedienti stilistici rappresenta una denuncia implicita della repressione autoritaria e, al contempo, un mezzo per opporvisi. Processi di eufemizzazione e strategie di occultamento diventano, così, quasi inconsci e automatici quando si affrontano temi o concetti considerati tabù (Cfr. Rubinštejn 2021).
Pertanto, a partire dall’inizio dell’invasione in Russia si sono diffusi stickers, volantini, graffiti che veicolano messaggi nascosti contro la guerra, poiché forme di protesta diretta sono legalmente impossibili e troppo rischiose. Questi espedienti possono essere definiti “armi dei deboli”, un concetto formulato dall’antropologo James Scott in Weapons of the Weak: Everyday Forms of Peasant Resistance (Cfr. “Le armi dei deboli: Forme quotidiane di resistenza contadina”, 1985), in cui, studiando la resistenza silenziosa dellə braccianti malesi contro l’élite dominante, dimostrò come piccole azioni quotidiane e nascoste possano servire a esprimere un distacco ideologico dalle autorità e generare cambiamenti significativi. Nella Russia contemporanea, dove manifestare apertamente il dissenso può mettere in pericolo la vita delle persone e dei loro cari, il linguaggio codificato è una nuova forma di resistenza. Non a caso, Dubina e Arkhipova affermano: “Il linguaggio codificato, e non il dissenso diretto, è diventato la nuova arma dei deboli” (Dubina – Arkhipova 2023: 9). Dunque, in questo conflitto contro le autorità che si svolge sul piano comunicativo, la lingua diventa l’unico strumento per opporsi alle decisioni governative e, richiamando così le modalità di resistenza teorizzate da Scott, essa diventa la nuova arma dei deboli, permettendo alle cittadine e ai cittadini di adottare un codice espressivo proprio per esprimere il dissenso.
Il linguaggio utilizzato per protestare si distingue per il ricorso a particolari espedienti linguistici, prestandosi come interessante oggetto di analisi linguistica. Con l’obiettivo di individuare gli artifici linguistici adottati, sono state selezionate complessivamente quarantasei immagini scattate tra marzo 2022 e novembre 2023 in sedici città russe, tra cui principalmente Mosca e San Pietroburgo. Le immagini sono state raccolte da diverse fonti online, inclusa la mostra virtuale No wobble! | Net voble! (Arkhipova – Lapshin 2023), curata dall’antropologa e folklorista Alexandra Arkhipova, che per prima ha iniziato ad approcciare il tema. Ulteriori immagini rappresentative sono state selezionate da quattro canali Telegram critici nei confronti della guerra, tra cui Vidimyj protest del Movimento Democratico Giovanile Vesna, 7Х7 – Gorizontal’naja Rossija dell’omonima testata indipendente, Serditaja Čuvašija e (Ne)zanimatel’naja antropologija, quest’ultimo curato da Alexandra Arkhipova (Arkhipova – Lapshin 2023: 101).
L’analisi del materiale ha permesso di identificare i meccanismi ricorrenti utilizzati nelle forme di protesta analizzate e di categorizzarli sistematicamente sulla base delle loro caratteristiche linguistiche, nonché di confermare che queste tipologie di messaggi possano essere definite nuove forme di linguaggio esopico. Le categorie individuate sono sette (Arkhipova – Lapshin 2023: 103):
- camouflage
- messaggi in codice o cifratura
- neologismi espressivi
- metatesi e inversione delle lettere
- testi metalinguistici
- double bind
- abbreviazioni, acrostici e paronomasia
Nei paragrafi seguenti sarà sinteticamente illustrato ogni espediente prendendo in esame alcune delle scritte oggetto di analisi.
Camouflage
Il termine camouflage è impiegato per descrivere la pratica comune in Russia di celare messaggi di dissenso contro il conflitto dietro scritte, immagini e foto apparentemente innocue. Codici QR, volantini pubblicitari, annunci di cani smarriti e persino etichette dei prezzi nei supermercati vengono utilizzati per veicolare informazioni sul conflitto.
A questo proposito, significativo è il caso di Aleksandra Skočilenko, artista russa che ha scelto di scrivere messaggi sul conflitto in Ucraina su semplici cartellini dei prodotti.

Il tagliandino all’immagine 1 non contiene soltanto il prezzo, bensì anche un’informazione rilevante, cioè il numero di persone uccise durante il bombardamento di Mariupol del 2022. Per il suo operato, l’artista è stata arrestata nell’aprile 2022 e condannata a sette anni di reclusione nel novembre 2023 secondo la legge russa sulle “fake news”, È stata rilasciata ad Ankara il 1° agosto 2024 nell’ambito di uno scambio internazionale di prigionieri.
Messaggi in codice o cifratura
Un altro meccanismo ampiamente utilizzato è la crittografia: essa consiste nel nascondere messaggi dietro a un codice da decifrare (Leonesi – Toffalori 2006: 1). Un esempio comune è l’uso degli asterischi per criptare l’espressione “нет войне” (net vojne, lett. “no alla guerra”).

Nell’immagine 2 si osserva un manifesto in cui compaiono otto asterischi, suddivisi in due righe: una chiara forma di codifica dell’espressione in questione, che risulta completamente censurata. I tre asterischi rappresentano “нет” (net), mentre i restanti cinque “войне” (vojne). A suggerire che si tratta della frase “нет войне”, oltre che il numero degli asterischi, è l’uso del segno diacritico della lettera russa “й” (j), che appare al centro della parola “война” (vojna).

Altri esempi includono messaggi che sfruttano le caratteristiche morfologiche dell’espressione stessa: la formula “два слова” (dva slova, lett. “due parole”) (Immagine 3) rimanda chiaramente all’espressione “нет войне” (net vojne), composta da due parole, le quali, come “два” (dva) e “слова” (slova), sono formate rispettivamente da tre e cinque lettere. Anche in questo caso, il diacritico svolge un ruolo cruciale nel suggerire il significato, poiché nella lingua russa la lettera ‘o’ con il segno diacritico non esiste.
Neologismi espressivi
Un neologismo è una figura retorica che consiste nella creazione di una nuova parola o termine; nello specifico i neologismi “espressivi” sono quelle parole inedite create per esprimere meglio il proprio stato d’animo o per cogliere sfumature di significato che non si riuscirebbe a cogliere pienamente con le parole già esistenti (Quemada 2006: 2).

Un esempio emblematico è visibile nell’immagine 4, che riporta l’espressione “Путлер капут!” (Putler kaput!, lett. “Putler kaputt!”). Il neologismo espressivo in questo graffito è la parola “Путлер” (Putler), generato abbreviando e poi combinando i nomi propri “Putin” e “Hitler”, attraverso l’eliminazione dell’ultima sillaba del primo e della prima sillaba del secondo: “Пут- + -лер” (“Put-” + “-ler”). Il neologismo suggerisce un parallelismo tra le azioni di Vladimir Putin e quelle di Adolf Hitler, stabilendo un legame critico tra le due figure. Inoltre, l’espressione “Путлер капут!” richiama lo slogan storico “Hitler kaputt!”, che i soldati sovietici tracciarono sui muri del Reichstag, il Parlamento tedesco, in segno di vittoria, dopo averne preso il controllo il 30 aprile 1945.
Metatesi e inversione di lettere
La metatesi è “lo spostamento dell’ordine dei foni di una parola” (Berruto – Cerruti 2017: 276). Si tratta di un processo spontaneo caratteristico dell’evoluzione linguistica delle parole, spesso motivato dalla difficoltà di pronunciare in rapida successione suoni simili ma distinti (Nigra 1904: 1). Questo meccanismo viene utilizzato anche come strumento retorico per creare effetti stilistici o giochi di parole, spostando o invertendo lettere all’interno di un termine per crearne uno nuovo con un significato differente.
Nel contesto delle proteste silenziose in Russia, la metatesi – intesa come inversione intenzionale delle lettere in una parola – è utilizzata strategicamente per veicolare messaggi contro la guerra in modo criptico e difficilmente censurabile.

Un esempio significativo è la scritta “уйх ойвне” (ujch ojvne) (Immagine 5), un modo alternativo di scrivere l’espressione “хуй войне” (chuj vojne, lett. “fanculo la guerra”). La frase è priva di senso apparente, il che la rende teoricamente incensurabile, nonostante un’attenta lettura permetta di decodificare il messaggio rapidamente. Attraverso l’uso della metatesi, si riesce a catturare l’attenzione del pubblico e si assolve anche alla terza funzione del moderno linguaggio esopico, vale a dire quella di stimolare una riflessione critica sul conflitto e soprattutto sulla repressione del dissenso: le cittadine e i cittadini sono costretti a manipolare e deformare la lingua comune per velare il proprio dissenso verso la guerra.
Testi metalinguistici
Per definizione, un testo metalinguistico è un tipo di testo che ha come oggetto il testo stesso o la lingua in cui è scritto (Berruto – Cerruti 2017: 24).

L’esempio all’immagine 6 mostra che questa tipologia di testi rientra tra le modalità scelte per condurre la protesta silenziosa. La frase “надпись за которую я сяду на 15 лет” (nadpis’ za kotoruju ja sjadu na 15 let, lett. “una scritta che mi costerà 15 anni di carcere”) evidenzia il clima repressivo vigente nel Paese, in cui qualsiasi forma di espressione contro la guerra è vietata: il rischio di reclusione non è associato al contenuto specifico della scritta, bensì al semplice atto comunicativo dello scrivere; difatti, se si interpreta la scritta secondo il suo significato letterale, ossia dal punto di vista della langue, essa non contiene alcun riferimento esplicito alla guerra, ma il solo atto di scrivere può essere causa di reclusione.
Double bind
Il double bind o doppio vincolo rappresenta una strategia comunicativa che consiste nel trasmettere messaggi contraddittori, ponendo chi ascolta in una situazione senza possibilità di soluzione. In ambito comunicativo, si manifesta quando la persona interlocutrice ha un duplice intento e, tramite segnali verbali e non verbali, genera una contraddizione, ponendo l’altra persona in una situazione di lose-lose (Cfr. Jazyki psichiatrii, 2022). Se ne vede un esempio:

Nell’immagine 7 è raffigurato il volto di Putin con baffi simili a quelli di Hitler e la scritta “сотри меня” (sotri menja, lett. “cancellami”). Qui, chi ha realizzato il graffito sfida l’autorità censoria a rimuovere il disegno, ma, qualunque scelta venga fatta, ci si troverà in difficoltà: cancellarlo equivale a distruggere simbolicamente l’immagine del presidente; lasciarlo, invece, implica accettazione e supporto implicito del contenuto di dissenso. In questo risiede il double bind: il paradosso pone l’autorità in una situazione senza via d’uscita.
Abbreviazioni, paronomasie e acrostici
In ultimo, si ritiene necessario menzionare altre tecniche linguistiche meno comuni nel contesto della protesta silenziosa, ma ugualmente efficaci per veicolare messaggi di dissenso.
Una di queste è il meccanismo dell’abbreviazione, utilizzato per celare espressioni di critica.

Le abbreviazioni “ПТН – ПНХ” (PTN –PNCH) all’Immagine 8 stanno per “Путин пошёл на хуй” (Putin pošël na chuj, lett. “Putin, vaffanculo”).
La paronomasia è invece una figura retorica che consiste nell’associare termini per somiglianza fonetica, dove una parola “rifà il verso a un’altra” (Garavelli, 2014: 76). Lo scopo è creare giochi di parole ironici o veicolare doppi sensi.

Nell’immagine 9 la parola “Гага” (Gaga, lett. L’Aia) viene associata al verso dell’anatra “га-га-га” (ga-ga-ga, lett “Qua-qua-qua”), al fine di deridere celatamente Putin ed esprimere il desiderio che venga arrestato: si fa riferimento al mandato d’arresto della Corte Penale Internazionale, che ha sede esattamente nella città de L’Aia.
Infine, si cita l’espediente dell’acrostico, una forma di scrittura in cui le lettere iniziali di ciascuna riga formano una parola o una frase se lette in verticale dall’alto verso il basso.

Si prende il caso dell’acrostico all’immagine 10, in cui le iniziali delle parole “война” (vojna, lett. “Guerra”), “воровство” (vorovstvo, lett. “Furto”) e “подлость” (podlost’, lett. “Codardia”) formano l’acronimo “ВВП” (VVP), corrispondente a Vladimir Vladimirovič Putin. In tal modo, l’acrostico lo dipinge come colpevole di guerra, ladro e codardo, caricandolo di un giudizio morale negativo.
Conclusioni
L’indagine qualitativa condotta sulle diverse scritte e altre forme di testo utilizzate nella protesta silenziosa in Russia ha permesso di identificare e categorizzare gli artifici linguistici impiegati per esprimere il proprio dissenso contro la guerra e di confermare l’ipotesi che il linguaggio impiegato nelle forme di dissenso contemporanee ricalchi, nella sua struttura e nelle sue modalità espressive, le caratteristiche del linguaggio esopico utilizzato durante il periodo sovietico. La protesta silenziosa rappresenta una forma di dissenso che, sebbene non permetta di porre fine alla guerra, assume un’importanza fondamentale in quanto mette in luce l’esistenza di una comunità che è contraria al conflitto e rivendica il diritto di esprimere liberamente la propria opinione, un diritto che in Russia è gravemente limitato. Ciò che conta in questa forma di protesta è l’atto stesso di scrivere un messaggio, un atto simbolico ma rilevante in una società in cui la libera espressione del dissenso è fortemente ostacolata.
Questo articolo è frutto della tesi di laurea magistrale Il dissenso creativo in Russia contro la guerra in Ucraina: forme contemporanee di linguaggio esopico, scritta e discussa da Chiara Foscolo Foracappa presso l’Università di Bologna, corso di Laurea Magistrale in Interpretazione, a.a. 2022/2023, relatrice Prof.ssa Svetlana Slavkova, correlatrice Prof.ssa Hanna Mentkovska.
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Apparato iconografico:
Immagine 1: https://t.me/nowarmetro/240 – Telegram: Vidimyj protest.
Immagine 2: https://t.me/horizontal_russia/9123 – Telegram: 7Х7 – Gorizontal’naja Rossija.
Immagine 3: https://www.nowobble.net/graffiti/411-spb-13-06/
Immagine 4 e immagine di copertina: https://www.nowobble.net/graffiti/156-msk-19-04/
Immagine 5: https://www.nowobble.net/graffiti/429-irkutsk-11-09/
Immagine 6: https://www.nowobble.net/graffiti/202-spb-21-03/
Immagine 7: https://www.nowobble.net/graffiti/354-perm-06-05/
Immagine 8: https://t.me/nowarmetro/14492 – Telegram: Vidimyj protest.
Immagine 9: https://t.me/nowarmetro/14529 – Telegram: Vidimyj protest.
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