A cura di Martina Mecco
Soňa Pokorná nasce a Olomouc nel 1984. Accanto alla sua attività di fotografa e poetessa porta avanti quella di organizzatrice di eventi culturali, sia pubblici che bytovky.[1] Nel 2023 ha debuttato con la sua prima raccolta autopubblicata Jahody a steaky (“Fragole e bistecche”). Lo scorso autunno ha realizzato l’album OD KERVE DO KRVE (“DA SAUNGE A SAUNGE”) in collaborazione con l’artista Kino Peklo per la casa di produzione a~scent, legata al progetto editoriale queer Adolescent. Recentemente si è esibita come ospite per i gruppi Kolna e Ruce naší Dory. Vive a Praga.
https://pokornasona.wixsite.com/fotografie
Installazioni poetiche:
Nel contesto del Festival Kvílení – installazione poetica su poster, Jihlava, 2023
Progetto Open.spaeti – poesia in una striscia LED di un negozio, due indirizzi, Berlino, 2024
MM: Soňa, mi parleresti della tua attività di fotografa e poetessa?
SP: Ho comprato la mia prima macchina fotografica cinque anni fa, a trentacinque anni. Ho imparato a usarla con l’aiuto di alcuni amici che mi hanno dato qualche dritta. Ho fatto un corso con Jirka Thýn, il primo semestre si è svolto alla Scholastika e il secondo a casa mia, così non dovevamo incontrarci in delle aule fredde. Alla fine del semestre cinque di noi hanno organizzato una mostra, sempre qui a casa mia. Mi piace la fotografia documentaria, il genere del reportage. Adotto questo stile anche quando fotografo ritratti, nudi o opere d’arte. Ma mi piace soprattutto fotografare gli eventi dei miei amici, rendendo felice me stessa, loro e gli altri ospiti. Ad esempio, documentando la band Ruce naší Dory ho fotografato decine di concerti e prove, prima e dopo il concerto nel backstage, in macchina, in negozi di dolciumi. Mi rende felice.
Scrivo poesie da qualche anno e prima della pubblicazione della raccolta Jahody a steaky assomigliavano più che altro a degli appunti riposti nel cassetto. Se a 37 anni mi avessero detto che a 39 avrei pubblicato il mio primo libro e organizzato una mostra fotografica, non ci avrei creduto. E se qualcuno mi avesse detto che a 40 anni avrei consegnato alla grafica il manoscritto della mia seconda raccolta, non gli avrei creduto, sarei svenuta e gli avrei detto di tacere, ‘che razza di stronzate sono?‘ Non so come sia successo tutto questo. Pubblicando il primo libro mi sono sbloccata e ho migliorato la mia scrittura. Sono davvero grata di tutto questo e sono orgogliosa di partecipare a letture pubbliche. Ho autopubblicato il mio primo libro perché sono stanca di come funziona l’editoria qui, in Repubblica Ceca. Non volevo avere un ISBN e non volevo inviare le copie obbligatorie alle biblioteche. Ho fissato un prezzo piuttosto alto perché non ho avuto alcuna sovvenzione. Mi sono occupata di tutto da sola, anche della distribuzione. Ognuna delle 197 copie del libro l’ho consegnata a mano o spedita. In questi giorni ho inviato alla tipografia le date della seconda ristampa. Quindi tra poche settimane il libro Jahody i steaky raggiungerà le 300 copie. Non mi rendo conto di quello che mi sta succedendo, ma ho imparato ad accettarlo. Spero con umiltà. E sono grata a ogni singolo lettore e ascoltatore che viene ai miei eventi. Mi viene in mente un tizio punk, uno piuttosto impostato, che dopo una lettura è venuto da me con le lacrime agli occhi per dirmi che le mie poesie lo hanno fatto piangere. Penso anche al suo amico punk un po’ più giovane, mi ha detto che era la seconda volta in vita sua che andava a una lettura pubblica, che era commosso e emozionato ascoltando i miei versi.
MM: Hai voglia di parlare della tua formazione e delle tue fonti di ispirazione?
SP: Tra coloro che mi hanno influenzato in primis c’è Bohdan Holomíček. Una volta mi ha detto che se ho un talento per la fotografia, allora devo continuare a condividerlo. Quindi non faccio la fotografa per guadagnarmi vivere.
Durante i miei studi in boemistica, a Olomouc, ho letto soprattutto poesia ceca, poi sono passata alla prosa e per molto tempo ho evitato la letteratura in traduzione. Leggevo libri spessi in cui la trama non aveva alcuna importanza, ma in cui c’era un elemento poetico rilevante. Leggevo molta poesia, ma ultimamente non ne leggo molta. E poi ho letto tutti i libri di Richard Brautigan che c’erano nella biblioteca del liceo. Mi hanno fatto innamorare della poesia. Guardo film d’autore, preferisco i film europei ma amo anche Lynch, Jim Jarmusch. E poi c’è il mio grande amore, Aki Kaurismäki. Se devo pensare nello specifico a dei film su cui rifletto spesso… allora ti direi Orlando, Made for Love, Lost in Translation, Fucking Amal. Sono un po’ “autistica” quando si tratta di ascoltare musica. Sono pochi i miei gruppi preferiti. Per i gruppi cechi e slovacchi di cui capisco i testi ho bisogno di qualità, quindi sono in grado di ascoltarne solo alcuni, tipo Ruce naší Dory, Terrible 2s (ex Živé kvety milované), Kvietah, Taskent, Skrytý půvab byrokracie e forse qualche altro. L’ultima scoperta per me è una giovane band ceca di Plzeň, Blue Chesterfield, che incide testi in inglese. Sono tutte band alternative e underground. Proprio come me, la mia vita, le mie bytovky e le mie raccolte.
MM: Ho avuto il piacere di venire ad alcune tue bytovky, mi spieghi in breve di cosa si tratta?
SP: Dal 2013 organizzo eventi culturali nel mio appartamento, ce ne sono stati un’ottantina. Queste serate sono diverse dagli eventi pubblici perché sono intime, hanno un’atmosfera raccolta e sono destinate a un gruppo chiuso di persone, che nel corso degli ultimi dieci anni è cambiato. Organizzo sempre gli eventi nell‘appartamento che affitto attualmente. Di solito ci vengono dalle due alle venti persone. Organizzo letture con autori, conferenze, proiezioni, concerti, mostre, visite guidate, ecc. Nel corso degli anni, nel circondario si è sviluppata una comunità di persone che vengono a queste serata, i bytovkáří. Ho documentato gli eventi degli ultimi cinque anni con le mie fotografie.
MM: Spesso quando ci incontriamo finiamo a palrare della tua esperienza coi Timber Timbre…
SP: Conosco il progetto Timber Timbre da giugno 2022. Da allora ho visto tredici concerti in giro per l’Europa centrale, in tre dei quali Taylor Kirk, il fondatore dei TT, si è esibito come solista. Ho scritto tre articoli e tradotto in ceco alcuni testi delle loro canzoni. Da un paio di mesi mi è venuta l’idea di scriverci un libro, ma il nostro legame è divenuto così forte che mi è impossibile. Sai, è divertente il fatto che Taylor Kirk di suo non ami né i giornalisti né i fotografi, ai concerti dovevo sempre dare le foto di nascosto. È stato solo nell’aprile di quest’anno, mentre viaggiavamo da Olomouc a Vienna durante il loro tour, che ho deciso di tirare fuori la fotografica nel backstage. Così ho scattato delle foto uniche e memorabili che ritraggono una band che non ama essere fotografata. In occasione del tour per il loro ultimo album (Lovage, 2023), la musicista italiana Marianna D’Ama si è unita temporaneamente alla band.
La prima raccolta di Soňa Pokorná, “Jahody a steaky” ©Soňa Pokorná
Poesie
Questa breve silloge di poesie di Soňa Pokorná nasce da un altro progetto legato alla sua seconda raccolta, di prossima pubblicazione. Le poesie scelte sono degli inediti.
Dopo la festa mi scrivi sullo specchio
Domani passo per aiutarti a pulire
E il tuo numero di telefono
E penso
se non significhi
Vengo a scoparti
Vado a dormire e penso a te
La mattina presto ti scrivo
verso ciò che resta della birra e del vino nella vasca
La sera arrivi
senza dire nulla fai i piatti, spazzi, passi l’aspirapolvere
ramazzi bicchieri e posaceneri
Guardiamo fuori dalla finestra
fumiamo
e seguiamo gli ufo
Hai un vestito vermiglio
e sulle labbra un rossetto rosso
Poi te ne vai
e sulla soglia mi dici
Sono felice che non siamo andate a letto
Quando stamattina mi sono vestita
mi sono detta
Non le piacerà così
E io seguo le tue labbra
e il tuo viso
Gesti
Cerco
cosa gli piaceva
e in cosa siamo simili
Se io fossi un non-genitore
e le tue figlie le mie non-figlie
chi saresti tu?
Siamo in una stanza
senza porte
Dopo la mezzanotte
accanto una festa sta finendo
Ti accarezzo
ti accarezzo le braccia
e penso a diverse romanticherie
Inizi a chiedermi se ci
hai messo tutto nel gulasch
che ci siamo mangiate un’ora fa
Bastava metterci una foglia d’alloro
Sarebbe stato subito più buono
Sono d’accordo con te
come potrei altrimenti
E quando ci alziamo dal letto
tendo la mano verso il vaso
e strofino tra le dita una foglia del prezioso lauro
che mi hai donato anni fa dicendomi
Sei un fuoriclasse!
Hai delle belle gambe
me lo dici diciotto volte in una notte
E io diciotto volte rispondo
Lo so
Il giorno dopo lo dico a Maria
e lei dice
Non ci sarebbe da stupirsi
se gliele avessi sbattute in faccia
Hai uno sguardo inquietante
un po’ da psicopatico
e da pazzo
mi dico tra me e me
E tu mi chiedi
Che stai blaterando?
Continui a dire
Sto bene qui
forse non me ne andrò
Non vedo l’ora
che te ne vai
Ma già mi manchi
DAPPERTUTTO, TUTTO, TUTTO
Nomini i tuoi punti sensibili
Cerco di ricordarmeli
Orecchie, gola e fronte, dici
e io li gusto gradualmente
Ascolto il tuo respiro
Chiedi dove sono sensibile
Rispondo DAPPERTUTTO
Sui fianchi, in basso vicino alla colonna vertebrale
sopra le scapole per tutta la lunghezza
Ti mordo gradualmente
Non ci credi e chiedi ancora
Vuoi sapere i dettagli
E io rispondo TUTTO
Passo ai soliti punti
e ti stringo il culo
Ma non ti basta
E io ripeto TUTTO
Voglio tutto
In un film
a volte mi sembra come
Passeggiamo a Praga ma invece
che andare per monumenti ti porto da me
Puoi starci una notte
dico
e ti immagino nel mio letto
Ma dimentico
che ho una stanza degli ospiti
e dormirai lì
Come ho fatto a dimenticarmene?
La notte ti spiego di nuovo
come scrivo poesie
e perché bisogna rompere il brufen
A volte mi sembra come in un film
Per dormire non ti presto la maglietta rosa
in cui hanno dormito altre prima di te
Ti presto quella nera
La mattina ti faccio le uova al burro
e sto attenta
che l’albume non si mischi al tuorlo
L’albume in camera mia
il tuorlo nella stanza degli ospiti!
Rompere il brufen
e scrivere una poesia
A volte mi sembra come
come in un film
Come ho fatto a dimenticarmene
Solo oggi mi sono accorta
Che al settimo piano vive una giovane coppia
Cosa si capisce dalle sagome?
È quasi mezzanotte
Non dormono ancora
Guardano di qua e di là dalla finestra
Per un istante lei coi capelli sotto le scapole
Per un istante lui con la camicia a maniche corte
Al piano inferiore delle lucine blu
Un rimasuglio del Natale?
Un saluto a Serafino?
A un ragazzo che corre
si alterna una donna con la coda di cavallo
Di qua e di là
Guardano dalla finestra
Mi vedono?
Mi vedono che li saluto?
Rimango in mobile
Per lunghi minuti
Al piano inferiore si spengono le luci
Le lucine resteranno accese
Sopra la donna con quei bei capelli
poggia un panno sul rubinetto del lavandino
In un paio di secondi
Buio
Note:
[1] Qui scritta adottando la grafia ceca, bytovka è un termine che veniva comunemente impiegato in epoca sovietica per individuare iniziative culturali clandestine che si svolgevano in appartamenti privati (byt).
Apparato iconografico:
Le immagini presenti in questo articolo sono tutte ad opera di Soňa Pokorná e sono state pubblicate con il suo permesso.