I “Grovigli” della poesia giuridico-metafisica di Tomasz Snarski

Giulio Scremin

 

Doletevi piuttosto
 dei grovigli non recisi
i quali continuano a tirare
in varie direzioni
 proponendo scelte
prive di senso,
riducendo l’anima
in schiavitù
con l’illusione di libertà
che modernizzano il passato,
modellando musi
dai tratti di individui,
insegnando a vivere in un mondo di speranze
impossibili a realizzarsi,
e credono
ostinatamente
di non sgrovigliarsi
nei freddi tumuli.” (p. 48)

 

Se si sperasse di trovare il significato del termine żmuty (o del suo singolare, żmut, o anche al femminile, żmuta) aprendo il dizionario monolingue polacco PWN (Polskie Wydawnictwo Naukowe) alla lettera Ż, si spererebbe invano. Proseguendo la ricerca, si può scoprire che “Żmut” è il titolo di un saggio di Jarosław Marek Rymkiewicz incentrato sulla giovinezza, sulle migrazioni, sulle amicizie e sugli amanti di un poeta del Romanticismo polacco originario dei territori della Lituania: Adam Mickiewicz. Unendo i punti, si arriva a ipotizzare che żmuty possa essere una parola appartenente solo al polacco di Lituania, cosa che in effetti è. Dopo averne appurato l’origine, occorre arrivare al significato. Qui accorre di nuovo in aiuto Rymkiewicz: żmut è una parola usata solo in Lituania, sconosciuta ai polacchi di Polonia, che non si può sostituire con nessun’altra […] Żmut è un disordinato groviglio di capelli, spaghi, nastri” (Polce 2024: 14). Trovata l’origine, trovato il significato, emerge un altro problema: come la si traduce?

Link al libro: https://www.cacuccieditore.it/grovigli-snarki-9791259653390


Żmuty è il titolo originale di una particolare raccolta di poesie di Tomasz Snarski, pubblicata a Vilnius nel 2021. Nato a Danzica, ma di origini polacco-lituane, Snarski è dottore di ricerca in diritto penale e filosofia del diritto, oltre che avvocato e giornalista. Nel 2024, Żmuty è la prima opera di questo autore ad apparire in italiano, nella traduzione di Roberto M. Polce per Cacucci Editore. La soluzione che Polce trova per rendere in italiano l’intraducibile żmuty polacco-lituano è Grovigli. Una scelta riuscita, che rende giustizia agli stili e alle tematiche delle poesie di Snarski. Come si legge nella prefazione di Antonio Incampo, ordinario di filosofia del diritto presso l’Università degli studi di Bari, i grovigli rappresentano metaforicamente l’esistenza, le strade fuori e dentro di noi che non arrivano mai a capo, pronte a partire di nuovo” (p. 8). Il componimento che dà il nome alla raccolta (Grovigli, p. 48), dove gli żmuty fanno la loro comparsa, paragona l’esistenza, la vita, con i grovigli di capelli di Sansone, l’eroe biblico la cui forza risiede proprio nei capelli. Snarski invita il lettore a non provare dolore per i capelli recisi, quelli che tolgono la forza, ma piuttosto per quei grovigli di capelli che non sono stati recisi, che rimangono saldi sulle teste e tirano in ogni direzione, in un groviglio di errori, false speranze, scelte sbagliate, illusioni. Dopo tutto, prima di essere poeta, Snarski è un uomo di legge, un avvocato penalista. Sul sito web del suo studio legale si legge che l’attività giuridica diventa visibile non laddove tutto è in ordine, ma dove ci sono i problemi, nei momenti in cui la realtà, appunto, si aggroviglia in susseguirsi di domande e risposte, riflessioni e dubbi, che viene esplicitato nel ritornello del componimento Itaca non ti ha ingannato, dedicato al professor Jerzy Zajadło (p.25). In una ripresa della Itaca di Konstantinos Kavafis, Snarski ricorda che alle domande non c’è mai fine, e alla fine della strada, si è in realtà appena all’inizio.


Tra le strade maestre percorse dai versi di Snarski compare, dunque, la vita: spesso le poesie partono da toni autobiografici, personali, quotidiani. Titoli come La prima cosa che ricordo (p. 34), Quei giorni, quelle notti (p. 52), L’album di fotografie (p. 50), Passare l’esame (p.22), diventano parte di un diario in versi, in cui l’autore si racconta per immagini, in maniera distesa, personale. Ma, proseguendo lungo la strada dei grovigli, può essere che si accenda una scintilla, una rivelazione, e il racconto poetico del quotidiano trascende nella metafisica, in un processo di conversione interiore costellato di riferimenti ai Vangeli (Il sicomoro, p. 23), alla teologia (Betlemme, p. 30, L’ecceità di Duns Scoto, p. 27), alla letteratura (Mosca – Petuškì, p. 28). Un altro grande tema ricorrente nella poetica di Snarski è la sua “lituanicità”, un patriottismo lituano che emerge dalle piccole cose, come nel venditore di libri che, quando il suo carretto si ribalta sul selciato tedesco di Vilnius, piegato dal peso dei libri, si affretta a cercarli, raccoglierli, spolverarli, con delicatezza e affetto (p. 45) e a riporli sul carretto a uno a uno (Il trasportalibri venuto da Fabianiszki). Un patriottismo che si rifà i toni romanticheggianti della Młoda Polska si rivede anche nel componimento Lacerati, in cui, come si legge nella nota del traduttore, il poeta sembra rivolgersi a tutti coloro i quali indipendentemente dalla nazionalità di appartenenza, è caro il retaggio dello scomparso, multiculturale Granducato di Lituania e i cui cuori restano lacerati fra diverse tradizioni, fra passato e futuro, fra identità e frontiere” (p. 16). Il rimando a Przedwiośnie, di Stefan Żeromski (1925) è evidente nel rimando alle utopiche case di vetro (p. 39), qui assunte a simbolo di progresso, benessere e sicurezza, che l’io poetico invita a costruire sulle rive del fiume di Vilnius. I grovigli delle strade della vita hanno portato l’autore a scoprire anche un amore viscerale per un’altra patria, l’Italia, in particolare l’Italia meridionale, tra la Basilicata e la Puglia, in cui viaggia spesso, ospite dell’Università di Bari. All’edizione italiana della raccolta sono stati aggiunti quattro componimenti “italiani”, gli ultimi quattro: Santa Maria di Leuca, Una santa è passata, Davanti a un monumento a Treviso, Di cosa è capace l’uomo.

Con l’avvocato Snarski, la sua sensibilità giuridica, biografica e metafisica, e i suoi versi che travolgono e meravigliano con metafore e immagini potenti continua dunque il filone dei grandi poeti e scrittori polacchi giuristi che parte da Leśmian e arriva a Miłosz, passando per Tuwim e Gombrowicz e la tradizione degli autori polacco-lituani inaugurata da Mickiewicz, proseguita da Orzeszkowa e Iłłakowiczówna e consacrata, ancora una volta, da Miłosz.

 

Sitografia:

Tomasz Snarski, sito personale:  https://www.tomaszsnarski.com/ . Ultima consultazione: 8/10/2024

Tomasz Snarski, profilo LinkedIn: https://www.linkedin.com/in/tomasz-snarski-155903206/. Ultima consultazione: 8/10/2024

Google Scholar: elenco delle pubblicazioni di Tomasz Snarski: https://scholar.google.com/citations?user=FWYvCyYAAAAJ. Ultima consultazione: 8/10/2024

 

Apparato iconografico:

Immagine 1: https://www.cacuccieditore.it/grovigli-snarki-9791259653390

Immagine 2: Tomasz Snarski, Polish lawyer, poet, social activist and lectuter at Uniwersytet Gdanski, Jan Gąsiorowski, 9 febbraio 2022, licenza: CC BY-SA 3.0, https://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/8/8d/IMG-20181111-WA0010.jpg