“Sulle rive del fiume eterno” di Lina Kostenko: una vita lungo la storia ucraina

Yuliya O. Corrao Murdasova

 

Brillano ancora le finestre nella bufera invernale.
Nessuno sa il destino che l’attende
(p.217)

 

Lina Vasylivna Kostenko (Ržyščiv, 1930) è la maggiore esponente della poesia, narrativa e drammaturgia ucraina, nonché una delle voci determinanti dell’identità culturale del Paese. La sensibilità lirica e la forza poetica della poetessa derivano dalla famiglia e, in particolare, dal padre pedagogo Vasyl’ Kostenko che, nel 1936, fu condannato dal regime a dieci anni di campo di concentramento come “nemico del popolo” a causa la sua attività intellettuale. La storia sovietica dell’Ucraina influì sulle vite di intellettuali e scrittori, Kostenko non ne rimase immune. Laureatasi nel 1956, stava per pubblicare il suo primo libro Zorjanyj intehral (“Зоряний інтеграл”, in ucraino, “Integrale stellare” in italiano), quando la cui pubblicazione fu bloccata improvvisamente a causa delle sue “posizioni politiche”. L’anno di totale censura si rivelò il 1963, quando il Comitato Centrale del Partito diede il via al pogrom dei giovani intellettuali: insieme a Kostenko, furono vittime della censura anche altri due poeti, Mykola Vinhranovs’kyj e Ivan Drač. La poetessa fu così costretta al silenzio per sedici lunghi anni. Ciò non le precluse di scrivere opere che sarebbero diventate di successo in seguito e che riuscirono ad avere seguito in samvydav (“edito in proprio”). Inoltre, Kostenko fu una delle rappresentanti del movimento letterario degli anni Sessanta chiamato Šistdesjatnyky, una generazione dell’intellighenzia ucraina nata durante il periodo del disgelo chruščëviano, il cui scopo era la difesa, la libertà e la promozione della cultura di appartenenza. La sua personalità iconica e carismatica riuscì soprastare all’ideologia, con difficoltà non indifferenti, mantenendo limpida la sua moralità. 

La raccolta Sulle rive del fiume eterno di Kostenko, edito da Castelvecchi (2023), con l’introduzione di Alois Woldan, è la prima edizione italiana dell’opera “Над берегами вічної ріки” che vide la luce soltanto nel 1977. La traduzione italiana è stata affidata a due luminarie dell’ucrainistica, Giovanna Brogi e Oxana Pachlovska, che con la loro maestria ed eleganza sono riuscite a trasportare in modo fluido la voce ucraina in italiano.

Link libro: http://www.castelvecchieditore.com/prodotto/sulle-rive-del-fiume-eterno/


Lina Kostenko colpisce il lettore. Impiegando la parola come strumento temporale, è capace di plasmare la coscienza e riportare l’ottimismo nei periodi più bui. Storicismo e modernità, amore e civiltà vi si intrecciano sapientemente. Proprio questo si riesce a percepire nelle sue opere, come anche in Sulle rive del fiume eterno: è un appello diretto al lettore, che a volte è un invito all’azione, fornendo un piano e dirigendo sulla retta via.

I diversi temi tradizionali – della saggezza popolare ucraina – presenti nella raccolta, sono stati ripresi da grandi poeti dell’Ottocento come Lesja Ukraïnka e Taras Ščevčenko e adattati al periodo storico di riferimento. Infatti, la Storia è il perno su cui ruotano le altre tematiche, come la natura, l’amore, la filosofia e l’arte. Per la poetessa la Storia è coscienza e consapevolezza del suo popolo: essa si sviluppa nella ricerca delle tracce del passato che custodiscono la memoria culturale. Nei componimenti non vi è una netta separazione tra passato e presente, in quanto la Storia è in sintonia con la contemporaneità di cui è continuazione. Proprio in una chiave di rielaborazione e denuncia sociale, la natura diventa anche una questione ecologica quando si tratta di Čornobyl e del fiume Pryp’jat’: il fiume non esiste più, il suo nome è simbolo di un evento disastroso e, al contempo, richiamo di un passato florido in cui nutriva l’ambiente circostante. Esso assume anche le caratteristiche umane quando “Si sono spaccate le labbra delle rive” nella poesia Il nome è rimasto, ma il fiume non c’è più (pp. 74-75). Qui la poetessa impiega la personificazione e la metafora per dialogare in modo stretto, quasi viscerale, con gli elementi naturali poiché essi possiedono una vita simile agli umani. Le vicende del territorio ricordano quelle del Lago d’Aral (chiamato anche mare), un tempo ricco di flora e fauna, descritte nella pittura di Taras Ščevčenko Sulle rive del Mare d’Aral (1848-1849), attualmente pressoché prosciugato. Si noti la ciclicità della storia insieme alla natura con l’operato dell’essere umano che diventano una linea continua senza possibilità di frenata. Vi è la continuità tra il passato, rappresentato da Ščevčenko, e l’attualità della lirica in accadimento. Così, spesso non vi è differenza tra i paesaggi, la natura e le esperienze umane: esse si fondono in un legame personale che è ambivalente nel suo ordine cosmico sia positivo che negativo. A tal proposito, si pensi a Il nome è rimasto, ma il fiume non c’è più, (pp. 74-75); Dorme Satana sulla sponda del Pryp’jat’, (pp. 76-77) e Neve sul Vesuvio. Calura sui fiordi, (pp. 86-87). Allo stesso modo, ci sono dei luoghi storici ucraini in un’ottica bivalente storia-natura, come di L’viv ne I colombi di Leopoli (pp. 128-129), del fiume Dnipro che diventa centro della storia della Rus’ di Kyiv e delle steppe del sud-est ne Odissea scitica (pp. 132-137). 

Nella poesia Lì c’era il pero, verdeggiava il bosco (pp. 56-57) il paesaggio richiama l’infanzia e il lettore si sente immerso in un passato idilliaco, a tratti scuro che gli ricorda la storia dell’Ucraina: solo la visione di un albero è tanto quanto basta a riportare alla memoria la storia personale e osservare il tempo passato. Diverse liriche di Kostenko riflettono il rapporto tra il tempo e l’uomo e, soprattutto, tra il tempo e i propri avi. Il tempo è passivo, rimane inerme come si può notare ne “Si mise a ridere la primavera: – È ora! (pp. 20-21) in cui la Storia è rappresentata dai propri antenati e la natura selvaggia è propria della terra ucraina a cui è dedicata la poesia. 

Si mise a ridere la primavera: – È ora! –
oltre il Sentiero Nero, oltre il Prato Grande –
guardo: mio bisnonno, e i bis-bis-bisnonni
van tutti dietro al tempo, dietro all’aratro.

[…]”

Si incontrano i versi dedicati alla regione autonoma della Crimea nella sua dicitura di Sentiero Nero, letteralmente la Via Nera, così chiamata per le ricche terre nere e in ricordo di un’antica rotta commerciale utilizzata dai popoli turchi delle regioni settentrionali del Mar Nero per migrare dalla riva sinistra dell’Ucraina verso Zaporižžja (Sič), Podillja e Galizia. Il Prato Grande è il luogo ricco di vegetazione nei pressi dell’isola di Chortycja, dove si formò e sorse lo Zaporižžja Sič, appare qui come simbolo di libertà, volontà e indipendenza, simbolo dello spirito cosacco.

Per ciò che riguarda il tema della censura e del silenzio, si ricordino le poesie come Rouen (pp. 30-31), Il censore, cercàtelo in voi stessi (pp. 34-35) e La mia prima poesia la scrissi in un rifugio (pp. 114-115), in cui l’io lirico si ritrova cosciente della chiusura e della difficoltà di espressione vissuti in periodi diversi. La prima poesia qui citata riecheggia quello che la poetessa subirà a causa della censura degli anni Sessanta; la seconda affronta il tema della lealtà, verso sé stessi e altri, per questo l’appello è rivolto al buon senso delle persone desiderando il loro risveglio; infine, la terza rievoca il periodo dell’infanzia in cui si rendono evidenti i primi momenti della tragedia della Seconda Guerra Mondiale. Proprio per la franchezza poetica, queste poesie rivelano l’integrità interiore della poetessa che si realizza in armonia con le persone così come con la natura. La poetessa si apre al lettore facendolo entrare nel suo dolore, nella tragicità della guerra e nel silenzio istigato e forzato. In questo si designa ancora una volta l’essenza della poesia di Kostenko, ovvero l’unione tra i valori universali e la natura circostante. Così, il valore del tempo e del momento sono celebrati in Esco nel giardino. È nero e sparuto (pp. 144-145) in cui sono evidenziati i modi diversi in cui si percepisce il tempo a seconda delle diverse età. Kostenko è la rappresentante per eccellenza dell’autunno, di un tempo di passaggio e di trasformazioni, proprio come a suo modo lo era il poeta e attivista Vasyl’ Stus. La poetessa dipinge l’autunno e la natura selvaggia che riflettono momenti di smarrimento e ricerca interiore: il giardino è la personificazione della fugacità. Non la spaventa il paesaggio scuro poiché proprio come per ogni età il tempo acquisisce un significato irripetibile così “[…] in questa stagione, o in altra, tu mi sei sempre unico, e per sempre.

Sulle rive del fiume eterno raccoglie poesie in cui vi sono allusioni bibliche come Tante volte fu crocefisso Gesù Cristo (pp. 42-43) in cui il sacro ed il profano, il divino e l’umano si fondono. Inoltre, nella raccolta riecheggiano figure storiche, sia maschili che femminili. A tal proposito, un forte impatto è dato dalla già citata poesia Rouen (pp. 30-31) non solo per il personaggio scelto – Giovanna D’Arco –, ma per la sua raffigurazione innovativa e per la narrazione diretta con il popolo che la circonda. L’immagine attraverso cui si vedono i tratti di Giovanna d’Arco ricordano i caratteri di una guida capace di liberare, a costo della propria vita, il popolo elevandolo spiritualmente. L’eroina è in qualche modo l’alter ego di Kostenko e del suo tempo, oscurantista e immorale. “Il mondo soffoca dal fumo” – afferma la voce narrante nella poesia – e solo la rinascita dal fuoco purificante potrebbe restituire una moralità. Nonostante la pena infittale, la protagonista della poesia non nutre rabbia ma si duole e compatisce le persone per dover essere sacrificata a causa della loro immoralità, proprio come la poetessa è cosciente di essere temuta dal regime per le sue parole dirette e ironiche.

Nella raccolta, come già detto, sono presenti diversi motivi importanti e un ultimo che si desidera menzionare è sicuramente quello identitario, poiché interpretato in modo particolare rispetto ai predecessori (come Lesja Ukraïnka e Taras Ščevčenko). È interessante notare come nelle liriche compaia raramente il toponimo “Ucraina” o il termine “Patria”, sebbene la maggior parte di esse sono chiare allusioni alla propria terra e alle sue vicende storiche descritte usando espedienti retorici e stilistici. Tutte le poesie di carattere storico presentano uno spirito resiliente che spinge il lettore attento al risveglio della coscienza nazionale. Spesso sono di ostica individuazione poiché per la loro comprensione è necessaria la conoscenza della storia ucraina e dei vari processi che si sono susseguiti dalla metà del Novecento. Tuttavia, Kostenko chiude la raccolta riportando il lettore all’attualità con delle liriche che si riferiscono all’invasione su vasta scala dell’Ucraina da parte della Russia il 24 febbraio 2022. Questo fa sì che si mostri per l’ennesima volta la continuità del tempo e la sua relazione con l’essere umano, restio a vedere la storia come espressione del passato e la natura come una figura mitologica inesistente. Le parole si mostrano ancora più dure e laceranti, “S’avvicina il male con passo silente” (pp. 216-217) e neanche la loro religione è capace di fermarli poiché “I sacerdoti benedicono i boia”. Le liriche appaiono come un’eco, un ritorno, la rappresentazione della ciclicità della storia in cui, in modo più labile e subdolo, l’identità veniva spezzata e nascosta.

In conclusione, Sulle rive del fiume eterno evidenza la stretta relazione tra fenomeni e personaggi contrastanti, trasportando il lettore in un pellegrinaggio lungo la storia dell’Ucraina attraverso il vissuto di Lina Kostenko, fungendo da libro di storia alternativo per coloro i quali desiderino immergersi in una lirica nuova, un ritmo originale e una storia intrigante.

Bibliografia:

Volodymyr Bazylevskyj, Poezia jak myslennja, “Dnipro”, N. 3, 1990, pp. 106-116.
Lina Kostenko, Sulle rive del fiume eterno, Roma, Castelvecchi Editore, 2023.

Sitografia:
Taras Ščevčenko, Na berezi Aral’s’koho morja:  http://litopys.org.ua/shevchenko/shev8031.htm (ultima consultazione: 20/03/2023)

Apparato iconografico :

Immagine 1: https://www.flickr.com/photos/boellstiftung/5753990459 

Immagine 2: http://www.castelvecchieditore.com/prodotto/sulle-rive-del-fiume-eterno/