Martina Mecco
La casa editrice Miraggi Edizioni dimostra ancora una volta di essere un progetto editoriale di valore all’interno del panorama italiano. Focalizzata da anni nella traduzione (non solo) della letteratura ceca in lingua italiana, la preziosa collana “Nová Vlna” è giunta al suo sedicesimo volume. Con uno dei più grandi nomi della letteratura ceca del secolo scorso, quello dello scrittore Bohumil Hrabal, si riconferma il fatto che l’obiettivo di Miraggi non sia solo quello di creare un ponte tra il pubblico italiano e la nuovissima letteratura ceca contemporanea (molti sono autori e autrici che rientrano nella collana, tra cui Bianca Bellová o l’attesissima Radka Denemarková con il suo Hodiny z olova), ma anche di andare a colmare quei tasselli essenziali che mancano negli scaffali delle librerie italiane. Se il caso di Spalovač mrtvol (“Il bruciacadaveri”) di Ladislav Fuks è stato una necessaria ripubblicazione di una edizione Einaudi datata 1972 pressoché introvabile, con Domácí úkoly (“Compiti per casa”) di Hrabal avviene un ulteriore passo nel completare la ricezione italiana dell’opus hrabaliano. Nella strabiliante traduzione di Laura Angeloni, Domácí úkoly è il secondo titolo pubblicato da Miraggi. Nel 2020, infatti, aveva finalmente portato in Italia la raccolta Perlička na dně (“La perlina sul fondo”), sempre con lo sforzo traduttivo di Angeloni.
Link al libro: https://www.miraggiedizioni.it/prodotto/compiti-per-casa/
“Come ho iniziato a scrivere? Come gli alcolizzati cominciano a bere o le allodole a cantare. Ho imparato a scrivere a machina e a volte quando torno a casa, tipo dalla birreria, la birreria è la mia raison d’être, sento una corrente che mi pervade… Soprattutto devi scordarti di aver studiato e metterti completamente a nudo, perché la vita reale possa fluirti dentro senza ostacoli.” (p. 131)
Come ben descritto nella postfazione redatta da Alessandro Catalano Quando compiti per Bohumil Hrabal…, la ricezione italiana dell’opera dell’autore ceco presenta una storia parecchio interessante. Nonostante gli scritti di Hrabal abbiano avuto diverse edizioni e siano stati anche raccolti e pubblicati nella collana dei Meridiani Mondadori – Hrabal è il solo autore ceco a “godere” di una tale edizione -, Compiti per casa non ha mai raggiunto il lettore italiano prima d’ora.
Da un punto di vista formale, la particolarità della raccolta e l’eterogeneità degli scritti che vi sono confluiti rende difficile classificarne in modo preciso lo stile. Riprendendo nuovamente le parole di Catalano, questa “atipicità” è dovuta al fatto che in Compiti per casa si trovano riuniti testi di diversa natura, da monologhi di carattere meditativo a interviste apparse su svariate riviste nel corso degli anni. Il contenuto stesso di questi testi risulta essere di difficile classificazione, in quanto gli argomenti toccati da Hrabal oscillano tra riflessioni sulla sua attività di scrittore e impressioni su altre opere e contesti letterari, sfociando anche in pensieri di natura quasi “esistenziale”. Tuttavia, quest’ampio ventaglio di tematiche è proprio ciò che permette di conoscere più da vicino l’autore, entrando in un certo senso nella sua intimità poetica. Non a caso le riflessioni di Hrabal procedono anche in una messa a nudo del proprio processo creativo, quello che lui stesso definisce piuttosto essere una sorta di trascrizione:
“A volte penso di non essere uno scrittore, ma un trascrittore. Non dovete prendermi alla lettera però. È solo umiltà al cospetto del tema. E poi secondo me l’umorismo aiuta a gestire la parabola dell’esagerazione che dà piena corposità alle cose viste e sentite. E poi bisogna tener presente anche la costruzione del testo. Rispetto alla prosa convenzionale, si può cominciare un testo nel mezzo. E così alla fine di ciò che sto scrivendo sono ancora a metà e devo raccogliere tutte le mie forze per trascinare il testo fino a una vera conclusione, affrettarmi a trovare una forma definitiva che va ancora immaginata, inventata. Forse per questo nei miei scritti c’è tanta convulsione, tanto senso dell’assurdo.” (p.13)
Gran parte dei testi meditativi presenti all’interno della raccolta presentano una doppia natura. In primo luogo, si osserva chiaramente la volontà di costruire una dimensione dialogica col lettore, dove lo scrittore rinuncia ai suoi pábitelé per diventare oggetto e soggetto del testo. Un processo che, tuttavia, non presenta una completa rinuncia dello stile che contraddistingue l’opus hrabaliano. Un chiaro esempio di questa contaminazione è l’aneddoto del San Bernardo in Frammenti di incontro pubblico con i lettori, nel quale il lettore più attento non fatica di certo a rintracciare le tecniche narrative tipiche di Hrabal. Al tempo stesso, il modo in cui l’autore dà forma ai pensieri, il processo attraverso cui li elabora, suggerisce anche un tentativo di realizzare una serie di auto-riflessioni che sfociano in una sorta di monologo. Questa natura ibrida della raccolta contribuisce a creare l’occasione di un incontro più ravvicinato con il suo autore: la sua ammirazione per Hašek, il suo considerare i gatti il “culmine della felicità umana” e la sua attrazione per la Nadja di André Breton.
“Ma è felice di vivere, no?
Per me la vita è una cerimonia solenne che mi è stata data in dono.” (p. 112)
In conclusione, la raccolta è tanto un ottimo punto di partenza per il lettore che non ha familiarità con la scrittura di Hrabal, quanto un’occasione per il lettore più habitué, il quale può senza dubbio ritrovare molti dei motivi che ben conosce. Citando il primissimo testo proposto, “[i]n un’epoca in cui tutti i cieli sono precipitati e l’uomo e la società possono contare solo e unicamente su sé stessi” (p.9) l’edizione italiana di Compiti per casa offre l’occasione di aggiungere un ulteriore tassello nella comprensione dell’opera di uno degli autori più importanti del Novecento europeo.