Piergiuseppe Calcagni
Alessandro. Romanzo dell’utopia è un romanzo di Klaus Mann, pubblicato per la prima volta in Germania nel 1929 ed edito in Italia da Castelvecchi Editore con la traduzione e la postfazione di Gianni Bertocchini lo scorso ottobre. L’opera è incentrata sulla biografia di Alessandro Magno, uno dei personaggi più importanti della storia dell’umanità.
Link al libro: http://www.castelvecchieditore.com/prodotto/alessandro/
Già nella prima parte è possibile notare che l’autore, pur rispettando la storiografia ufficiale, cerca di lasciare una sua impronta per la caratterizzazione del suo protagonista. Infatti, vengono presentati i personaggi storici più vicini ad Alessandro, come i suoi genitori, Filippo II di Macedonia e Olimpiade, il suo precettore più famoso, ossia Aristotele e anche Efestione, che oltre ad essere un generale dell’esercito è anche il migliore amico del conquistatore. Fra questi, però, spunta anche Clito, non il personaggio della mitologia greca, ma un aristocratico macedone che, insieme a Efestione, non solo è una delle figure più importanti dell’infanzia e dell’adolescenza di Alessandro, ma durante le spedizioni militare si rivelerà essere un componente chiave dell’esercito.
“I rapporti tra i tre o, per meglio dire, tra Alessandro e Clito erano complicati, il mite Efestione era quello che ci scapitava. Mentre Alessandro e Clito sembravano combattere tra loro mute battaglie, Efestione aveva assunto una posizione neutrale, mediatrice, mite, compiacente, e rivolgeva a entrambi la stessa tenerezza.” (p. 14)
Mann si preoccupa di presentare Filippo II in una prospettiva negativa. È un padre assente e severo in generale con tutti i suoi sudditi.
“Ai giovani ufficiali, ai paggi del suo seguito aveva prescritto lezioni obbligatorie; i giovani dovevano imparare a memoria Omero e i tragici greci, per chi si bloccava c’era la frusta, senza alcuna pietà.” (p. 26)
Ma quello di Filippo non è vero amore per la cultura greca, un amore, quindi, verso qualcosa di diverso dall’ambiente in cui era cresciuto; egli ha solo tre scopi: seguire la moda e cercare di mitigare il senso di inferiorità che prova nei confronti della dei greci e mostrare il lusso e lo sfarzo che, in quanto re, si può permettere.
“Si permetteva pedagoghi greci per suo figlio; danzatrici tessaliche, assai graziose; astronomi orientali; imbalsamatori egizi […]; giovani prostituti di Atene, solo perché la pederastia era di moda; lui personalmente, in effetti, non provava per essa il minimo interesse.” (p. 26)
Non a caso, poco dopo la morte di Filippo, Olimpiade dice ad Alessandro che dovrà essere lui ad intraprendere la campagna per conquistare l’Asia, cosicché lei diventerà imperatrice una volta conquistata Babilonia. Ella con le lacrime agli occhi spiega al figlio, anch’egli commosso, che non è un maschio volgare come il padre, o come tutti gli uomini che, secondo Olimpiade, avevano interrotto un periodo idilliaco di pace dominato dalle donne.
”Filippo avrebbe intrapreso entro quest’anno la campagna d’Asia; ma a che scopo? Per fare dell’Asia, ammesso che gli fosse riuscito, colonie macedoni; per imporre a quei popoli, che sono i più saggi e maturi, la sua fede blasfema, maschilmente grossolana.” (p. 40)
Ad Alessandro, invece, i popoli si sarebbero sottomessi poiché egli è il bel nipote di Achille, è il prescelto per portare la felicità, “ci riuscirai con l’amore e con la spada”, come dice la madre. Da qui ha inizio la spedizione.
Le parole di Olimpiade all’inizio si rivelano vere. La fama della sua bellezza, ma anche delle sue doti da comandante dell’esercito, arrivano così velocemente dopo la prima battaglia vinta sul fiume Granico che anche il grande condottiero Memnone di Rodi e il Gran Re Dario III se ne preoccupano. L’autore cita anche un evento la cui veridicità è ancora giudicata come dubbia dagli storici: Alessandro, una volta arrivato in Giudea e a Samaria, viene salutato come liberatore mandato da Jehova del popolo eletto. Dopo la vittoria di Gaugamela, l’impero achemenide cade con Dario che fugge e con Alessandro che si impadronisce di Babilonia.
Ma Alessandro dimostra di avere anche lo stesso carattere del padre. Scrive una lettera alla madre dove la assicura che sta realizzando il suo sogno, anche se man mano che la spedizione va avanti il macedone si dimostra un carnefice spietato.
“L’esercito macedone attraversò il paese, infliggendo ovunque castighi e, dopo quattro giorni, si trovò dinanzi a Maracanda. Lasciava dietro di sé città in fiamme e il grido di collera dei barbari. “Se devo essere odiato”, pensò il re con risoluta caparbietà “allora lo sarò fino in fondo.” (p. 94)
A questo punto l’Alessandro che il lettore ha imparato a conoscere tornerà poche volte. Da questo punto del romanzo in poi sembra che sia le sue relazioni personali più intime, non solo quella con Efestione ma anche quella con la moglie Rossane, siano contaminate dalla paura di assomigliare troppo al padre e di tradire le volontà della madre. D’altronde, anche quando torna in India, Alessandro non fa altro che compiere violente stragi e più sanguinolente si fanno le stragi, più tormentato diventa il rapporto con se stesso e gli altri, un tormento che soltanto i veggenti indiani con la loro filosofia erano in grado di placare.
Una volta terminata la campagna, conquistati l’India, la Persia e l’Egitto, Alessandro decide di mandare a casa l’esercito e di godersi la celebrità, ormai è una leggenda e non solo per i paesi che in cui domina. Arrivato a questo punto si presenta ancora il suo carattere duplice: ha paura per le sue condizioni di salute, è più irascibile di prima per la morte del suo fedele amico Efestione ed è allo stesso tempo convinto di avere altri progetti da attuare, come la conquista del mondo intero. Proprio in mezzo a questa inquietudine, i suoi medici non possono fare più niente per la sua febbre che porterà il grande conquistatore alla morte nelle ultime pagine, dove però l’autore inserisce un dialogo fra Alessandro e un personaggio che può lasciare spazio a interpretazioni.
Apparato iconografico:
Immagine di copertina: https://www.pangea.news/klaus-mann-omosessuali-fascismo/
Immagine 2: https://www.classicult.it/un-ritratto-di-alessandro-il-grande-nella-casa-del-fauno-a-pompei/