Francesca Stefanelli
Lə autricə qui presentatə hanno, in misure e modalità diverse, tuttə gravitato attorno a F-Pis’mo, spazio della piattaforma trasversale syg.ma dedicato alla scrittura femminista e queer in lingua russa e all’analisi e problematizzazione delle tematiche a essa correlate. E.K. e L.A. figurano anche tra le autrici dell’antologia cartacea bilingue russo-inglese F-letter, New Russian Feminist Poetry, edita da Isolarii nel settembre 2020. I lavori di F.Č. sono stati estrapolati dalla silloge virtuale V ih mirah ja i est izmenenja (“Nei loro mondi ci sono io e questo cambia le cose”) reperibile all’ indirizzo: https://syg.ma/@galina-1/fridrikh-chiernyshiov-v-ikh-mirakh-ia-i-iest-izmienieniia
Nell’assemblare questa mini silloge si è riflettuto su quale collocazione storico-geografica dare allə autricə, quali dati biografici sottolineare, in che misura contestualizzarne i vissuti, tutti diversi, fino a che punto aggiornare le loro cronologie: le soggettività poetiche che state per leggere sono, in questo momento umano, imbrigliate nella rete della Storia senza possibilità di sbrogliarsene. A marzo 2022, F.Č. dalla sua casa a Kyïv ha scritto: “ho lasciato tutta la mia droga a casa / ma continuo tutto il tempo a proporti / pregabalin fenazepam / e tu fermissimo ti opponi: amato mio, la guerra / non è una scusa per prendere pillole”. Con L.A. e E.K. non è ancora stato possibile entrare in contatto. Insieme alla redazione, si è ritenuto che la scelta più opportuna fosse riportare le biografie “cristallizzate”, così come apparse nelle date corrispondenti alla pubblicazione online delle poesie. Come queste soggettività si siano evolute contenutisticamente, linguisticamente e politicamente a fronte degli eventi successivi al 24 febbraio è un argomento che potrebbe trovare il meritato spazio in futuro.
Cosa vuol dire parlare di corpo queer? Si scinda la frase.
Cosa vuol dire parlare di corpo?
Un ammasso concreto che si muove in delle concrete coordinate di storia, politica, dogane, membrane.
Cosa vuol dire parlare di queer?
Una dogana concreta che si pone di traverso a storia, politica, membrane.
Seguendo queste direttive sintattiche si è disposta questa silloge: un viaggio ideale che va dalla performance, urlata e invocata in una controversia che è tale solo a chi non crede, di E.K., io lirico che si fa voce di un corpo in quanto massa politica e sociale misconosciuta e al tempo stesso agente plasmante di una collettività (la Cecenia), a Černyšev, soggettività personalmente, matericamente coinvolta nelle prevaricazioni strutturali-statali e narrative-personali, fino a terminare con L.A., l’inno del corpo talmente de-corporeizzato da divenire chiave interpretativa di ogni trigger di resistenza.
Una composizione che è solo apparentemente consequenziale: si tratta, più che altro, di un triangolo equilatero, i cui nuclei semantici creano segmenti della stessa linea, la stessa disperata invocazione: un “non narratemi” ugualmente potente, sia esso calato nel flusso della storia e dei media che la narrano, nel flusso degli incontri contingenti, mediante un corpo transgender reso vittima di contingenza da queste stesse strutture, o nel flusso delle strutture narrative stesse, che creano un nuovo corpo muto, sordo, “spogliato di tutte le lingue che lei abbai mai dominato”.
L’ultima poesia ha presentato un notevole problema traduttivo: ebla, sostantivo che in russo vuol dire sia “scopata” che “scopare”, è stato tradotto con “scopata” perché la frase “mi fa pensare a scopare” avrebbe caricato il sintagma di una morbosità che ne avrebbe indebolito la portata immaginifica. O forse questa è una falla nel non detto, uno stigma nelle inferenze dell’italiano, lingua d’arrivo?
È in questa domanda, e nella relativa risposta, che sta il nucleo – e l’importanza – del tradurre una silloge di poesia queer in un mondo disastrato: l’imperativo di “dilige et quod vis fac”, al di là del citazionismo e di ogni ironia, è al tempo stesso una potente disamina e un seme di speranza per tuttə.
Poetessa, filosofa e giornalista, E.K. nasce nel 1977 a Novosibirsk e studia alla facoltà di filosofia dell’MGU. Entra a far parte del collettivo artistico “Vojna” e coordina alcune delle loro più note performances, tra cui la controversa “Racconto di come la fica diede da mangiare alla guerra” del 2010. La sua seconda raccolta di versi “Lidija”, 2009, entra nella short list del premio Andrej Belyj. È membro attivo dei seminari di scrittura e discussione di “F-pis’mo” a San Pietroburgo.
IO VOGLIO SOLO TE
E LE TORTURE AI GAY
SOLO TE CECENIA
SOLO HARDCORE
SOLO MONTI COSTRETTI AL SILENZIO
SOLO TE CECENIA
TI SPARERANNO SE LO SANNO
SOLO TE CECENIA
TI STO MANDANDO QUALCOSA IN CHAT
CHE TI SPARERANNO SE LA TROVERANNO
Lì DIETRO AL CAPANNO
SENZA CENTRARTI
SENZA PENETRARTI DENTRO, CECENIA
MI STO METTENDO QUALCOSA IN BOCCA
QUALCOSA CHE È TUO
CECENIA
SOLO
TUA
CECENIA
CHAT
SOLO CECENIA
CHAT
CECENIA
QUESTO È QUANTO
Nato a Donec’k nel 1989, studia medicina all’università di Doneck, poi si trasferisce a Kyïv. Uomo dichiaratamente trans, attivista queer, nel 2018 fonda l’organizzazione Trans* Generation. Dal 2013 pubblica per case editrici online e sul giornale “Vozduh” in qualità di traduttore dal tedesco e dall’ucraino. I suoi versi sono stati pubblicati nella sezione dedicata alle tematiche di genere del giornale “Yššo Odyn – Yššo Odna” (Almaty), sulle testate “Vozduh”, “Listok” (Kiyv), Paradigma, nelle edizioni online “Polutona” e “TextOnly”. Nel 2017 entra nella long list del premio A. Dragomoŝenko.
questo è un testo sulla violenza
stasera leggerò sulla violenza
per l’occasione ho scritto un testo nuovo
cosa posso raccontare sulla violenza
per esempio di quando mi ha fermato uno sbirro
nella metro tentando di trovarmi marijuana nella borsa
finchè non ho detto che lavoro alla
fondazione
antiaids
o di quando nei negozi gli addetti alla sicurezza
si fissavano con me
per il mio aspetto:
pensavano che una ragazzina goth tutta pittata
che fa secondo te, non si ruba le orbit?
ma sono troppo fatto a mefedrone ora
per ricordarmi
della violenza
però mi ricordo che non ci si deve
baciare coi ragazzi per strada
una volta volevo andare a un queer party
con un ragazzo di cui ero innamorato pazzo
ma al queer party non erano ammessi cis
non so proprio cosa sia questa violenza
forse è tipo quando lo psichiatra di turno chiede
in quale posizione vado in bagno
o quando la guardia di frontiera
dice che non mi fa entrare nel paese e mi deporteranno
affanculo se non rivelerò
il mio segreto, o di quando mi inseguivano
e tappavano la bocca nei cortili
dei palazzi
o quando
tu non mi hai parlato
per quasi mezzo anno
il mio cazzo non è attaccato al corpo
è un piccolo pezzettino di silicone
proprio come fosse vero, se non fosse
che è
per sempre separato, e incapace di violenza
adesso è ora di finire
ho provato a rintracciare la verità
ho provato a sapere che fine faranno
sbirri boneheads e coloro
che uccidono le donne e chi è come me
non ho avuto risposta, può darsi
che non esista nessuna violenza
può darsi che a tutt3 a noi tutt3
sia solo sembrato
***
qualcuno mi ha fatto una fattura
e ora ho soltanto sfortuna
la valvola del tacere non funziona
sembra un burbero frigo portatile
il cuore deraglia tra le sincopi
micro orologio di plastica
il disegno amuleto che ho sulla mano
funziona neanche
metà delle volte
si sfalda si sfa e scorre via
questa fattura non ci riesce a scioglierla
non va il vulcano spento, le sorgenti
sotto la clavicola sinistra
non vanno i recettori della sensibilità
tattile e erotica nel petto
vuol dire che la cosa va avanti da più tempo
di quanto pensassi
la fragile mucosa, la membrana che ho dentro
può ancora funzionare se la accende premendo
la cera flessibile delle tue dita
manifestandosi il giorno successivo
tutta in dolore e stanchezza
io lo so che l’anima ti vive nella bocca
si schianta violenta e burrascosa contro
le molli pareti
delle tonsille
i farmaci non possono aiutarla
non funziona la porta inaperta (inserragliata?)
delle tue labbra
non importa quanti sguardi io le mandi
le raccolga
da “schizzi di genere”
so che a me non hanno inciso il petto
ma mi ci hanno impiantato una costola
cartaceo per le donne
pdf per gli uomini
Io per me
ma posso condividere
le piante avvinghiantisi al mio letto
le teste sotto il lenzuolo
schizzi di orgasmi
voglio che la poesia competa con la pornografia
i puntolini verdi dei miei dread
con le goccioline del tuo sperma
quando avrai finito di esaminarmi
disegnami un corpo cisgender
L.A. nasce a Groznyj nel 1997. Nel 2013 si trasferisce a Mosca e si iscrive alla facoltà di filosofia dell’Università GAUGN. Le sue opere appaiono sui giornali “Ostrov”, “Gendernye Issledovanija”, “Polutona” e “Snob”. Nota ai più come l’autrice di Diario lesbico – una prosa frammentaria, poetica, intellettuale, che esplora i temi della sessualità lesbica e femminile, della rivoluzione della lingua del desiderio, schiava di strutture di simbolo patriarcali.
Dilige, et quod vis fac
Nel giardino dei fallici fregi
Nel giardino delle dipendenze
Tu sai dove il primo tra i fiori
sboccia di lettere insolenti
come io che ti scrivo una lettera, nascosta tra le fitte
selve:
amo le tue ossa di bronzo
amo il tuo ombelico in fiore tra arse
radici avviluppo di spasmi sembiante di
organica prediscorsiva monosessuale
scopata
amo le tue acque sorgive confluire in una
lingua
tagliare la lingua nel crepuscolo della lingua
dimenticata
nel font lesbico nel pugno spaccadenti dell’alfabeto
Braille
amo i peletti del tuo pube ricordano
scopare in prospettiva tra la segale semantica
e satolli scarafaggi sotto i denti il lenzuolo
radicarsi tra le radici di oro di cose di oro —
tutto in questo mondo mi fa pensare a una scopata
“N si sveglia, guarda il soffitto
e tutto in questo mondo fa pensare N a una scopata
a volte lei cammina per un mondo di pura
conoscenza, di pura sostanza
ma più spesso
anche leggere Plotino, Procolo o
Porfirio
la rimanda a una scopata”
tutto in questo mondo mi fa pensare a una scopata
guardo al soffitto attonita svegliandomi
noi
piante nell’intricarsi dipendenti
dentro al cuore di una parola pronta all’uso dai pornhubs
in questa piccola vita medioborghese
che non si nasconde dietro alla permeabile
ontologia
di fan fictions aperte letterature chiuse
di spettri accanto ratti
che sgranocchiano ventri febbrili
di giovani germogli
e tutto in questo mondo mi fa pensare a una scopata
quando il tuo grido orgasmico sembrò
lo stesso grido
che taglia la notte, che taglia la notte
del discorsivo
dove ratti spettri si autodivorano e si
riproducono
sotto le grida le critiche lente
di un’atomizzante violenza
sia pure che lo strascico di quella notte l’ha
screpolato il vento
ormai tanto tempo
fa, in zolle cruente, lubrificante secco
le tue labbra blu di vino o di freddo
la mia fica come corrosa dalla muffa dal di dentro
come sarebbero le cose se per strada
non ti offrissero lo sperma al posto
dell’acqua, quando la povertà
ti fa la gola secca
e tu rifiuti con tatto e ricordi
nelle sete dei santuari di fuoco fantasmatico
una
strega di sale
sul fuoco delle onde radio russe
che il masturbarsi ha spogliato di tutte le lingue
che lei abbia mai dominato
di come ci battiamo con i triangoli neri con le
lingue arroventate
di come ti lecco via transustandomi in una
grande lingua
in una grande nuova lingua liquefare
di lave amare
di come il giardino delle dipendenze
si muta e si sfalda in terre riarse assetate
di sanguespermaceo concime
ed è preso d’assalto sfaldandomi io
liquefandomi libidinale messianica bile
glotto schiocco gorgoglìo
oltre le oltre-lingua
in a de-e—ee-ep d-yked
ristretta sfiancata da grucce
traslucide
un’espirazione
hic, con le mani parlando
come un sacerdote
dico:
tutto ciò che mai fu detto
in verità
è nostro
tutto il resto
sgozzalo
dentro le pietre lapidalo
come
fu fatto a Soraya
dilige et quod vis fac, amata, dorogaja
Sitografia:
https://syg.ma/@galina-1/lolita-aghamalova-latyn-dlia-liesbiiskogho-vokabuliara (ultima consultazione: 14/06/2022)
https://syg.ma/@galina-1/fridrikh-chiernyshiov-v-ikh-mirakh-ia-i-iest-izmienieniia (ultima consultazione: 14/06/2022)
https://fem.takiedela.ru/8/ (ultima consultazione: 14/06/2022)
Ф-письмо (syg.ma) (ultima consultazione: 14/06/2022)
https://plucer.livejournal.com/281211.html (ultima consultazione: 14/06/2022)
Apparato iconografico:
Immagine di copertina e Immagine 1: file:///C:/Users/marti/Downloads/file.webp