Silvia Girotto
Per almeno vent’anni a partire dal 1907, gran parte del lavoro dello scrittore austriaco Hugo von Hofmannsthal (1874-1929) è stato occupato dalla preparazione del romanzo Andreas oder die Vereinigten, rimasto purtroppo un’opera incompiuta con il sopraggiungere della morte dell’autore. Nel 2019 la casa editrice Del Vecchio, a settant’anni dalla prima versione italiana di Andreas, propone una nuova traduzione a cura di Andrea Landolfi, un’uscita il cui grande vanto è il contenere la quasi totalità degli appunti di Hofmannsthal sulla storia da lui scritta in pochi mesi, la quale avrebbe dovuto tuttavia avere risvolti che l’autore non ebbe modo di fissare in maniera definitiva, ma solamente in più di quattrocento fogli di annotazioni.
Link al libro: https://www.delvecchioeditore.it/prodotto/andreas-o-i-riuniti/
Il titolo proposto da Del Vecchio Editore è Andreas o i riuniti, nonostante in traduzioni precedenti fosse stato usato il termine “ricongiunti”. Il volume è composto da diverse parti, sia ad opera dell’autore che ad opera del curatore, lo stesso Landolfi: una prima parte riporta il romanzo così come era stato scritto in forma semi definitiva, una seconda parte mostra poi appunti antecedenti, coevi e precedenti la stesura (questi divisi in due macro-parti), appunti ulteriori, le note agli appunti, una nota al testo e infine un saggio di analisi. Si tratta quindi di un testo assai ricco, che offre spunti di lavoro a chi si già si intende della materia, ma anche un interessante sguardo sul pensiero dell’autore e sulla creazione dell’opera a chi si approccia come profano a questi temi. Secondo le parole del curatore sono stati infatti scartati dalla pubblicazione solamente i testi che non potevano essere inseriti nel processo di creazione di Andreas o i riuniti ed è possibile quindi seguire la genesi dell’opera appunto dopo appunto.
Fin dalle prime pagine è possibile identificare il romanzo come appartenente al genere del Bildungsroman, il romanzo di formazione, in quanto il tema di fondo è la crescita personale del giovane Andreas, appartenente ad una famiglia della nobiltà nel regno di Maria Teresa, durante il suo viaggio da Vienna a Venezia. Si tratta di un tragitto fisicamente non particolarmente complesso, ma che presenta nella sua narrazione caratteristiche che lo rendono unico, a partire dalla scelta di Hofmannsthal di intitolare il primo capitolo L’arrivo e iniziando quindi dal termine per poi definire in che modo si sviluppi la crescita personale di Andreas. Dopo questa presentazione Hofmannsthal si rivolge quindi nuovamente al passato e mostra a lettori e lettrici la condizione da cui inizia questo percorso di formazione. Andreas non è altro che un giovane viennese partito in solitudine allo scopo di diventare uomo, ma come si può ben comprendere dalle sue parole nella sua partenza c’è il volere dei genitori. È infatti a loro che Andreas rivolge un pensiero pochi giorni dopo aver lasciato la propria dimora:
“I pensieri si accavallavano, tutto ciò che gli veniva in mente era inoppugnabile, da lui una lettera così ancora non l’avevano mai ricevuta. Dovevano sentire che ormai non era più un ragazzo, ma un uomo.” (pp. 45-46)
Fosse stato per lui, forse non sarebbe nemmeno mai partito, giacché “quanto meglio sarebbe se questo altissimo fine […] si lasciasse raggiungere una volta per tutte e d’un balzo” (p. 46); tuttavia, anche solo nella stesura iniziale di Hofmannsthal si osserva una rinnovata partecipazione da parte di Andreas, che si sente attratto dalle varie figure che trova sul suo cammino, che lo ospitano e gli permettono soprattutto una riflessione.
Diversi personaggi si presentano nella stesura definitiva e ancora di più sono quelli che appaiono negli appunti. La maggior parte di essi sono, inoltre, personaggi sviluppati in maniera dettagliata, con caratteristiche e simbologie degne dei grandi romanzi conosciuti a livello mondiale. Nonostante siano ancora solo appunti, i numerosi fogli aggiunti al romanzo in sé si mostrano un grande puzzle che deve solo essere riordinato in maniera definitiva. Lo svolgersi della storia è chiaro, le azioni dei personaggi decise, i risultati delle riflessioni di Andreas sono presenti e ciò che manca è solo l’esposizione dei ragionamenti, l’esperienza e i sentimenti di Andreas che, nella prima stesura, viene posto di fronte a comportamenti differenti che lo portano ad esprimere gioia, imbarazzo, sconforto e diversi altri sentimenti. In questa prima parte le esperienze di Andreas non prevendono azione da parte sua, ma solo alcune iniziali riflessioni. Nella presentazione di questa condizione si inserisce perfettamente la dinamica del sogno, un espediente che ricorda in numerosi punti la scrittura di Novalis e in particolare il testo Heinrich von Ofterdingen. Non a caso sono infatti presenti diverse citazioni dell’autore romantico e una di esse estrapolata proprio dall’Ofterdingen. Oltre ai riferimenti all’opera di Novalis, non è possibile non cogliere quelli a Goethe, anche tenendo conto del fatto che il suo Wilhelm Meister è riconosciuto come l’esempio più famoso di Bildungsroman nella letteratura di lingua tedesca. Forse Hofmannsthal aspirava ad un’opera di portata simile, forse anche maggiore, data la quantità di avvenimenti che egli descrive nei suoi appunti. Tra queste pagine l’autore progettava inoltre una divisione non solo in capitoli, ma in libri, a testimonianza della complessità che avrebbe dovuto avere l’opera una volta conclusa. Si parla quindi di un romanzo la cui formazione era stata progettata dall’autore in maniera certosina, avendo ben in mente gli autori a cui fare riferimento e a cui ispirarsi, ma anche con la volontà di creare – sulla scia degli antecedenti – un’opera unica e ricca.
Non solo le vicende sono ben definite, anche gli stessi personaggi, sia quelli che appaiono nella stesura ufficiale, sia quelli che vengono presentati solo negli appunti, mostrano una complessità che non è possibile ignorare. Ogni personaggio di Andreas o i riuniti si sviluppa ulteriormente durante tutto il corso della narrazione e attraverso una serie di eventi ciascuno di loro mostrerà la propria vocazione, il proprio temperamento e i propri limiti. Pur rappresentando delle figure archetipiche quali l’aiutante, l’amata o l’antagonista, ogni personaggio ha una sua storia, che finisce per intrecciarsi con quella di Andreas andando a influenzarlo e facendosi influenzare a vicenda.
Di fronte a queste e a numerose altre osservazioni che è possibile esporre nella lettura di Andreas o i riuniti, risulta impossibile negare che questo testo avrebbe potuto rappresentare, una volta terminato, una grande opera di riferimento sotto molti aspetti, sia all’epoca di Hofmannsthal che oggi. Grazie al lavoro della casa editrice Del Vecchio è possibile ora avere un’immagine di ciò che avrebbe potuto essere.