Linda Caregnato
Tereza Boučková è una scrittrice ceca poco conosciuta in Italia. Nata a Praga il 24 maggio 1957, è la terza figlia di Pavel Kohout e Anna Kohoutová ed è l’unica a vivere tutt’ora in Repubblica Ceca, mentre i suoi fratelli si sono trasferiti da anni all’estero. Quando Tereza ha 20 anni il padre firma Charta 77 e, a causa delle sue scelte politiche, è stata una tra i tanti giovani cechi che ha dovuto rinunciare alla propria vita. Successivamente, però, anche lei firmerà Charta 77. Per molti anni svolge lavori umili, lavorando come donna delle pulizie, postina, domestica, per poi diventare, per caso, una scrittrice. Lei stessa afferma infatti che, non potendo seguire il suo sogno di diventare attrice, le uniche cose che le rimanevano erano una scrivania e una macchina da scrivere.
Il suo cognome era in origine Kohoutová: in ceco i cognomi delle donne aggiungono il suffisso -ová al cognome del padre, che poi viene sostituito da quello del marito. Il padre Pavel Kohout (nato nel 1928) è stato un importante scrittore ceco impegnato all’interno della dissidenza. Divenuto famoso negli anni Sessanta, ha continuato ad essere una figura importante nel contesto ceco. È uno tra i primi firmatari di Charta 77, e a causa di questa presa di posizione, è stato poi allontanato dalla dimensione pubblica. Infatti, non gli fu più permesso di esercitare la sua professione di scrittore e, una volta recatosi all’estero per motivi di lavoro, gli fu stato confiscato il passaporto impedendogli di tornare in patria. Nel 1980 scrisse La carnefice, un romanzo che come protagonista una ragazza insensibile a tutto ciò che la circonda e che frequenta una scuola per diventare boia. La ragazza altro non è che la rappresentazione della psicosi presente nella società normalizzata di quegli anni.
Nel 1991 Tereza Boučková pubblica il suo primo libro, La corsa indiana, un diario-sfogo nei confronti delle avversità che ha incontrato nella sua vita. È una pseudo-autobiografia dell’autrice, dove racconta gli eventi più importanti della sua vita, dalla nascita fino ai tempi recenti. A causa del padre non riuscì a realizzare il suo sogno di diventare un’attrice, in quanto veniva rifiutata da ogni scuola di recitazione a causa del suo cognome.
Nel libro, il tema del suo rapporto col padre compare e scompare continuamente. Lei lo rincorre ma fa capire al lettore che il loro rapporto non funziona: lui ormai si è rifatto una vita nuova con una donna molto più giovane di lui e sembra non volerne sapere niente del suo matrimonio precedente. Inoltre, vive tranquillo all’estero, quasi come un eroe espatriato, quando invece la sua prima famiglia vive nella povertà in patria e deve subire le conseguenze delle sue scelte politiche. Questo perché, anche se Kohout e sua moglie Anna hanno divorziato, lei in Cecoslovacchia è ancora “tarchiata” in quanto sua moglie e così anche i figli. Nonostante la situazione complicata, Boučková non prova rancore verso il padre e, anzi, sembra appunto rincorrerlo e ricercarlo per trovare una sorta di protezione e affetto.
Però, come già anticipato, nel libro questo tema non è sempre presente. Infatti, La corsa indiana può davvero essere vista come un libro universale, perché incorpora in sé tematiche diverse che si intersecano e si sovrappongono durante tutta la narrazione. Temi soprattutto attuali, tra cui il femminismo. Perché La corsa indiana potrebbe essere associata alla letteratura femminista? Semplicemente perché nel romanzo è sempre presente una disparità tra il mondo maschile e quello femminile. Le protagoniste donne, sia Tereza, che Alfa (alter-ego della madre di Tereza), che Hanna, si innamorano di uomini sbagliati e vengono sempre abbandonate, molto spesso a causa di altre donne. Si tratta quindi di amori infelici, spesso non ricambiati e dove la donna dona tutta sé stessa, mentre l’uomo sembra essere indifferente a tutto. Nel Ventunesimo secolo questo tipo di rapporto verrebbe facilmente condannato sia dagli uomini che dalle donne, eppure Boučková fornisce un’interpretazione molto interessante.
In un incontro organizzato di recente dal Centro ceco di Milano, l’autrice ha presentato il libro e risposto ad alcune domande. La sua interpretazione sui temi dell’amore e del femminismo è piuttosto diversa rispetto a quello che all’interno del dibattito odierno sembra essere accettabile o meno. Spiega infatti che il suo libro non ha affatto un fine femminista: la donna non è da compatire e l’uomo non va criticato. Spiega che non tutti gli uomini sono insensibili e come esempio fa proprio quello di suo marito, che le è sempre stato vicino. Se proprio si deve associare il romanzo al femminismo, afferma che lo è solo in un concetto “base”: la donna ha diritto di fare della propria vita ciò che vuole e di scegliere il lavoro che più le piace.
All’interno dell’evento, parla anche del padre, dicendo che solo poco dopo la pubblicazione del libro (in Cecoslovacchia è stato pubblicato nel 1988 in samizdat, e poi in versione ufficiale nel 1991), il padre le ha fatto i complimenti. Sebbene il loro rapporto sia sempre stato instabile, l’autrice conferma di non averlo mai voluto sminuire e di aver sempre cercato di sistemare il rapporto con lui.
Va detto, inoltre, che nel 2008 la Boučková ha scritto un seguito de La corsa indiana, ovvero Rok kohouta. Questo libro, non ancora stato tradotto in italiano, cela nel titolo un gioco di parole: letteralmente, infatti, significa “L’anno del gallo” e sembra rimandare all’oroscopo cinese. In realtà, fa riferimento al cognome del padre, Kohout, che in ceco significa proprio “gallo”. I due libri, per quanto siano distanti a livello temporale, dimostrano quanto sia centrale per Boučková il rapporto con suo padre.
Un altro tema che compare in modo quasi ossessivo nel libro è quello della maternità. La protagonista vuole a ogni costo rimanere incinta ma non ci riesce, una situazione analoga a quella di tante altre donne. Desidera così tanto essere madre da contattare ogni tipo di medico e da prendere “intrugli” di vario genere. Alla fine, capisce che l’unica soluzione è l’adozione. Riceve l’autorizzazione di adottare un bambino ma, a causa della sua situazione politica, le viene concesso di adottare solo un bambino rom con problemi comportamentali. Questo passaggio si nota perfettamente in un passaggio del libro:
“Mia madre si girò verso di me e con tono serioso mi riferì che aveva parlato con la signora Zajoncová, e lei a sua volta con la dottoressa curante, la quale non era affatto d’accordo che avessero proposto quel bambino proprio a noi.
«A quanto pare è molto più indietro di tutti gli altri dell’istituto e probabilmente ha un ritardo dello sviluppo. Devi trovare il coraggio di dire di no.»
«Ti stai distruggendo la vita, sentivo gridare dentro di me, dovresti imparare a vivere senza figli! Ricorda tutti gli inutili tentativi di concepire, farneticava la mia testa ogni volta che lo sguardo si fissava sulle pance delle donne incinta…
Quei bambini hanno un deficit dello sviluppo, ti rovinerai la vita… un fagottino umano così piccolo… sono aggressivi, ottusi, alcuni anche dementi, io ho molti amici che non hanno figli… non desiderato non amato, senza colpe… e sono felici… in quel momento si mosse ed emise un gorgoglio… imparare a vivere senza figli… così dolce e impotente… ti rovinerai la vita… io ho molti…»
«Prego, entrate pure» disse la dottoressa.
Ci avvicinammo alla porta della sala visite.” (p.85)
Lo stesso accade con il secondo figlio adottivo. Tuttavia, in seguito riuscirà a rimanere finalmente incinta. Anche Hana rimane incinta, di un uomo sposato e che non vorrà più saperne di lei e del bambino. Questo aspetto mostra come questi siano temi che quindi si ripetono e si ripercorrono all’interno del romanzo.
La natura dell’opera è davvero molto originale, perché non si può paragonare né a un diario, né ad una narrazione propriamente coesa e continua. Sono frammenti di racconti incastonati tra di loro ma, in cui, ad un certo punto, il soggetto del racconto cambia e si mette a fuoco il personaggio di Anna Kohoutová, la madre di Boučková. Viene rappresentata come una donna forte che affronta tutte le difficoltà che incontra, cerca infatti di dare ai suoi figli un futuro tentando di corrompere i presidi delle loro scuole, si trattiene di fronte alla nuova compagna del marito, concede all’ex marito tutto ciò che lui chiede. Ma è anche una persona fragile, cerca un uomo che la sostenga perché si sente sola, soprattutto da quando deve prendersi cura di suo padre che soffre di una forte demenza senile. Anna nel libro viene chiamata Alfa per un motivo preciso, è il capo branco, è forte, coraggiosa e indistruttibile.
Anche se i temi trattati sono tutt’altro che allegri e frivoli, Tereza Boučková rende tutto molto gradevole e divertente. Forse è proprio anche questo modo di raccontare gli avvenimenti che permette al lettore di immergersi davvero alla realtà del mondo femminile. L’autrice sembra chiedere ai suoi lettori di non provare pena per lei e non è raro che possa scappare qualche sorriso leggendo il romanzo. È assolutamente un libro senza tempo perché le donne di tutte le età possono ritrovarsi nei personaggi femminili rappresentati. Non è solo la questione amorosa, il rapporto col padre e la ricerca della maternità a renderlo un libro per donne, bensì il fatto che è la narrazione di una vita reale, con tutti i suoi pro e contro.
Tereza Boučková è diventata, quasi involontariamente, una delle rappresentanti ceche dell’universo femminile, senza tuttavia cadere nel banale. Nella sua opera non ci sono, infatti, tutti quegli elementi stereotipati che vengono di solito associati alle donne. Non ci sono ragazze urlanti, donne che vanno dal parrucchiere, confessioni amorose tra amiche… no, tutto questo non c’è. Ad essere rappresentata è solo una donna che si limita a vivere, a seguire i suoi sogni, a ricevere tanti no e pochi sì… una donna come tante altre.
Bibliografia:
Tereza Boučková, La corsa indiana, Chiasso, Miraggi edizioni, 2018.
Sitografia:
Link incontro con il Centro ceco: https://www.youtube.com/watch?fbclid=IwAR1Q_AWpZpLbV3AbaT_W7Ou9z4qfw6rOWEHXKLQQ0DX6xmWzIXf-VHlEsPI&v=WIKa2hXH_kY&feature=youtu.be
Apparato iconografico:
Link immagine 2: https://alchetron.com/pdn/https://www.radioservis-as.cz/archiv13/49_13/obrazky/49_01.jpg